La parola ruba, depreda, spezza

 
Foto di Sergio Daniele Donati

Piccole intuizioni germinavano
nelle terre umide del dubbio;
e tu crescevi lento,
desiderio indaco e ocra
celato allo sguardo da lemure
di un maestro burbero e ipovedente.

Il detto e il non detto incrociavano allora
sorrisi sotto l'epitelio spesso
di un'esperienza aquilina e predatoria.
Nel regno degli aggettivi il tempo 
di un respiro è stratificazione
calcarea di stalattite.
    
    La parola ruba, depreda, spezza 
    la resistenza troppo sottile
    di un silenzio signorile
    e, se lascia scorie in dono,
    è per «ricordarmi di tacere; 
    dicendo».
    Ma io sono un amante infedele
    e preferisco  di gran lunga
    «dimenticarmi di parlare»
    del canto
    a un mondo che tacita l'imbarazzo
    per gli incagli dorati
    della mia balbuzie.
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Foto e Testo - inedito 2024 -
suggeriti dal «senza nome» 
a Sergio Daniele Donati


 

 
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