Poesie inedite di Gisella Blanco - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 
Foto di Dario Ignani

Quando il pensiero diviene poesia o al contrario, quando il tratto poetico conduce con delicatezza il lettore verso la ri-flessione e la ri-elaborazione dei suoi stessi vissuti, io credo che il verso abbia svolto appieno una delle sue primarie funzioni, ovvero quella di non risiedere solo nello humus emozionale, che è certo il nutriente di ogni buona scrittura, ma di permetterne la coltivazione (per continuare con una agricola metafora) perchè appunto quell'impulso emozionale divenga pensiero.
La poesia, lo sostengo da sempre, non dovrebbe solo smuovere ma anche saper far rifletter e permettere al lettore di  crescere in un percorso di autocoscienza che il verso stesso dovrebbe guidare.

È sicuramente questo il caso dei magnifici inediti di Gisella Blanco che siamo onorati e felici di poter pubblicare su Le parole di Fedro oggi. 
Già nella poesia d'esordio dal titolo Disastro si delinea il percorso che sopra cercavo di descrivere. 
La poeta parte da un assunto che gli deriva dallo studio e dall'aver vissuto il grande poeta francese Char, sul quale su queste pagine ci siamo soffermati spesso. 
E questo insegnamento della poesia eccelsa del poeta francese alla stessa poeta Gisella Blanco trova dolce riflesso, in una sorta di affiliazione elettiva, nella sua esperienza quotidiana, nel suo assistere ad un Altro e a una vita "qui se déroule sous ses yeux" e che la porta a questionarsi con una domanda, nel finale, davvero deflagrante (Chi ha il tassello che non coincide, la chiave/ del disastro?)

Quelle qui proposte della poeta Gisella Blanco sono dunque poesie di in-segnamento, capaci di lasciare un segno in primis -  penso di poterlo dire - nella poeta ma sicuramente, poi, nell'animo del lettore; sono poesie, in altre parole, di cui avremmo tutti un gran bisogno, in un momento storico in cui troppo poco si indaga, in ambio poetico, la relazione tra verso, emozione e pensiero, in cui troppo spesso il lettore viene inondato dagli strazi del poeta a cui manca, come in un balbettio scomposto, la capacità di provare a darsene una spiegazione, fuori da ogni etica della parola.

Citare l'insegnamento di Char per Gisella Blanco è atto di coraggio e consapevolezza proprio della relazione tra simbolo e pensiero, coraggio che la Redazione de Le parole di Fedro apprezza molto, felice che la poeta abbia scelto questo spazio, che nasce proprio con l'intento della riflessione sulla poesia, per depositare i suoi doni.

Per la redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore -  Sergio Daniele Donati
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Disastro

Char mi ha insegnato il male necessario,
l’intermittenza della coscienza: il poeta vede
la verità, e si acceca nelle altre lingue.

Ti ho visto passeggiare allungando l’ombra
del grido, sospendere, scrivere, improvvisarmi,
ho censito le tue evasioni nella circonvoluzione
della parola, nel verso piano, innocuo,
non ancora innocente.

Ho disseppellito la curiosità dall’ora fatua,
dalla familiarità della battuta, dall’asfalto della strada per casa,
- il piccione morto è uguale
nella tua città, nella mia -
passo per passo inghiotto
un’estraneità non integra, reiterata – possiedi,
possiedi il tassello che avanza?

La rimozione è un obbligo della pelle, non
solleva dal peso della mente, conficca
il corpo nelle sue rughe, porta altrove le esequie.

Chi ha il tassello che non coincide, la chiave
del disastro?

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Supposizioni

Il desiderio delegato a te
decide la dissolvenza, e l’insolvenza del metapronome
tende la guancia all’azzurro del vuoto.
Il delirio è nel vino, il pensiero sospetto
nel sospetto del pensiero, l’architetto
donna non si sa nominare - l’arcata
sopracciliare d’istinto! - la poesia americana è più chiara,
in italiano è complicato, il presupposto del sesso
nello stesso presupposto, suppongo.

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Salutare

Il bacio è quel fiato rimasto sospeso
tra labbra già lontane, non telefonarsi
dopo, non esistere che tra le ruote
della lontananza, la duna che accompagna la caduta,
scivolami sul petto ma non stenderti, la concisione
del nero a separare le cose, una missione
imperfetta tutta questa nominazione
che sfugge alla metrica, e la riassesta
seguendo il verso, ma è già un concetto
controverso, e scrivere scrivere scrivere
-qualcuno sarà ancora pubblico?- e ricordare la storia
nei colori dei vestiti, è questo tutto il mio pudore, torna
alla prima parola spesa, perfino la pelle si riconduce
a una forma tesa, articolata nel lusso della troppa cura,
della misura sempre sbagliata, dell’omissione del desiderio,
speravo fosse tardi per il saluto, e non è salutare
la chiave del corpo, non è salutare

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L’era del quasi

Non basta un’intera estate
per sostenere lo sguardo dell’inverno,
i finestrini automatici sbarrati sul paesaggio, l’assaggio
del forse, la sorte nell’imballaggio, c’è ancora
un suffragio per cui morire, lasciamo scorrere il sangue
tra i macchinari che non si sanno maneggiare, e lavorare
lavorare fino a notte, la coltre di vapore
sembra quasi naturale, ed è essenziale
la vita – l’autostrada è corrotta - così come la morte
sul guard rail della penna, stridere e rabbrividire,
soffrire quanto basta alla stagione, senza
alcuna ragione, una deflagrazione sorda,
quasi non si sente tutto l’incidente.

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Notte tarda

Quando la notte è tarda
puoi tacere sulla via curva della mia schiena,
è maestra la carne che non ha un solo corpo
e si condanna all’abbandono, perpetra il disavanzo.


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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Gisella Blanco vive a Roma da diversi anni. Collabora con Il Foglio. Scrive per la rivista Leggere Tutti cartacea e on line, per minima&moralia, per Atelier Poesia cartaceo e on line, per Liguria Day, per Poesia di Luigia Sorrentino, per Smerilliana. Svariati interventi critici e interviste sono presenti su Laboratori critici, Poesia del Nostro tempo e Poesia de Il Corriere della Sera. Ha svolto, come relatrice, lezioni in ambito universitario sulla poesia (Università di Palermo – Dipartimento di Scienze Umanistiche, Corso di studio in Lettere, Insegnamento Istituzioni di Linguistica italiana); nel 2020 ha tenuto una lezione sulla poesia agli studenti di Linguistica Italiana della Sichuan International Studies University di Chongqing (Cina). Nel 2022, per Università degli Studi di Palermo, ha tenuto una lezione sui percorsi della poesia, in occasione dell’incontro del percorso seminariale Attività Tipologia F su "Le parole che ho sempre voluto". È stata ospite presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, all’interno del corso “Poesia italiana del Novecento – Laurea Magistrale”.
Particolarmente attenta ai temi sociali, filosofici e femministi, è autrice della silloge poetica Melodia di porte che cigolano, pubblicata da Eretica Edizioni (2020), compare nell’antologia Inno alla morte, pubblicata da Bertoni Editore (2021), nell’antologia “Cuori a Kabul – Poesie per l’Afghanistan” di Graphe.it Edizioni e nell’antologia Italia insulare - i poeti di Macabor Editore 2022. Alcuni suoi testi sono stati tradotti nel Journal of Italian Translantion. Una sua poesia è presente nell’antologia Negli occhi bambini (con una nota introduttiva di Umberto Piersanti per ScriverePoesia Edizioni). Ha scritto una plaquette che compare nell’antologia La terra inesplorata delle donne, Dalia Edizioni. Lavora come editor e nella comunicazione. Ha seguito, per la comunicazione, la Fiera del Libro di Iglesias, il Premio Nazionale Elio Pagliarani, Elba Book e il TeverEstate per il Cibaldone Culture Festival, il Festival La poesia, lingua viva della Soprintendenza Speciale di Roma. È giurata nel Premio Internazionale Città di Sassari per la Sezione Poesia Edita.



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