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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

La scelta ( in sogno )

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Mi pareva in sogno di star sospeso tra cielo e limo e che sarebbe bastato un solo lemma di granito per far mia la lingua  della rana,  del ramarro  e della salamandra; o per dire al mondo  addio e confondermi per sempre  coi silenzi di galassie  orfane del loro creatore. ____ Testo - inedito 2024 - e foto di Sergio Daniele Donati  

Una poesia inedita di Elena Mearini - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Chissà se qualcosa di te resta avvicinabile come il randagio quando gli allunghi il pane oppure ti sei data tutta alla distanza della cenere dispersa -capita talvolta di vederti nel sottile dell’ostia o nella nuvola che disfa- crollo quando ti cerco e mi depongo dove il qualunque nasce. ( Elena Merini - inedito 2024 )    _________ UN PENSIERO "LIEVE"  DI SERGIO DANIELE DONATI     Assenza, perdita, abbandono sono spesso declinate in poesia attingendo al registro del dolore - ed è normale e giusto che così sia -  soprattutto se tali eventi sono legati ad un vissuto recente.  Allo stesso tempo la poesia che della ferita si limita a definire i contorni, lo strazio e la difficoltà ad esser vissuta, rimane spesso intrappolata in schemi stretti che lasciano al lettore un senso di amara solitudine e incapacità di trovare vie d'uscita, una sorta di asmatica apnea. Pare di essere in quei casi destinati solo ad un eterna assenza di vie d'uscita. Eppure l'essere umano - l

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 33 - Le lettere sono i mattoni della creazione? Alef e Bet

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di Sergio Daniele Donati Dice la mistica ebraica che le lettere dello Alef-Bet preesistessero alla Creazione e che le ventidue lettere (ventisette, ove si considerino le Sofit) stesse siano, in un certo senso i mattoni della Creazione. Non è mia intenzione addentrarmi nei meandri di disquisizioni filosofiche e di ermeneutica pura che occuperebbero interi tomi e affrontare argomenti che, pur avendoli studiati per decenni, mi sento del tutto impreparato ad affrontare con la serietà che meriterebbero.  In questo breve saggio però vorrei incuriosirvi su un metodo possibile di interpretazione. Mi scuserte quindi il tono parzialmente ironico; serve solo a me, per non sentirmi inadeguato. Immaginate un universo non ancora creato, in cui capeggiano tenebre ed abissi ed un vento divino (Ruach) svolazza come un'intenzione non ancora espressa sui volti delle acque. Questo è il prima della creazione ,   il prima di quel detto [ יְהִי אוֹר   ( yehi-or)    - il fiat lux da cui tutto