Poesie inedite di Cristina Martini - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 

Quando la "brevitas" si congiunge in armonia con la "delicatezza" del verso - e oserei dire anche degli intenti, il simbolo si fa argilla capace di dire tanto altro rispetto a ciò che più facilmente evoca nella mente del lettore. 
Per questo non bisogna farsi ingannare dal "gioco delicato del petalo" e rileggere più volte le poesie che sono di tal fatta, per cogliere un centro palpitante e vitale in esse, qualcosa che va oltra l'armonia sonora e timbrica per lasciare spazio ad un contenuto ricco e profondo. 
È questo sicuramente il caso delle poesie inedite di Cristina Martini che oggi vi proponiamo inviandovi a evitare una frettolosa lettura ma a voler soggiornare su ogni verso con attenzione per cercare di disvelare quel gioco che si situa tra armonia, delicatezza, suono e significato.
Un vero piacere poter dar voce a poesie simili sulla nostra pagina.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

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INEDITI

Tentenna sempre un po’ la testa
mentre mescola il canto alla pioggia
e ogni tanto si ferma, tra i rospi confusi
da un lucido d’asfalto.
Rincasa e sposta
la sanseveria, predisponendola
alla prima carezza di luce.
Da un ciocco al camino
e alla dispensa toglie il pane.
Poi l’ora, mi chiede
e cosa voglio per cena.
Allora torno
da un buio di finestra
sorrido e rispondo,
“Quello che c’è”.

*

Non si sporca di terra la lingua
se fa tana nella bocca.
Dovrei ricordarlo ogni volta
che bastano le nuvole
a farmi dire la pioggia.

*

Penso tante cose sulle cose
poi d’un tratto si colora uno spazio:
tra un cucchiaio ed un piatto
in quell’azzurro
le dimentico.

*

Un cortometraggio di poche parole
lunghe e svettanti
immagini trasparenti che si inseguono
tra i giri di un tronco di quercia.
È sentire meno lontano
un bisbiglio di foglia
della gemma, il baccano.
Che se le vite delle altre vite parlano
le dicono tutte.

*

Se è l’ago nel gesto
che stringe e acquieta
le confuse volute del filo,
così è, in un punto preciso
che le parole ricamano il silenzio
e dove non si guarda
là sotto
l'ascolto.

*

D’invisibile è fatta la misura del vuoto
e di una lacrima tutto il taciuto.
Nell'abbraccio, il diametro che passa
per un centro di tenerezza.
Un nome ancora interrato aspetta
nel buio l’appello.
Dietro le nuvole è il sole
d'eterno ogni segmento.

*

Sul fondo dell’apparenza
ogni detto è accerchiato
da un taglio di luce.
Briciole sviste, brillano
in un angolo di cucina.
Si credono scampate
al freddo sgabuzzo
di scope e motivi.

*

È materia divina
la minuteria dell’ora
di un tempo condotto al centro, nato
che non ricorda il posto.

È e non è, nel mentre.

*

È per una fame di terra
una questione millimetrica
se l’apertura d’ali non è completa.
Le ginocchia si sbucciano
scendendo dal tronco per colazione.
Dentro, un vuoto d’azzurro
unico organo preposto
a digerire il giorno.

*

C’è un verso universale che lega
il bicchiere che cade con l’eternità.
È un filo che non lega in realtà, conduce
nell’abbraccio
come una folata.

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NOTE BIOBIBILOGRAFICHE

Cristina Martini nasce a Empoli il 22 gennaio del 1974. Vive a Certaldo in provincia di Firenze.
Ama da sempre la poesia, la musica e la natura.
Frequenta la Scuola di Poesia condotta da Massimiliano Bardotti a Castelfiorentino.
Nel 2022 ha pubblicato la sua prima raccolta ‘Nella terra delle tasche’ edita da Firenze Libri, per la collana Fuori Stagione.
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