Una poesia inedita di Elena Mearini - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 

Chissà se qualcosa di te
resta avvicinabile
come il randagio quando
gli allunghi il pane
oppure ti sei data
tutta alla distanza
della cenere dispersa
-capita talvolta di vederti
nel sottile dell’ostia
o nella nuvola che disfa-
crollo quando ti cerco
e mi depongo
dove il qualunque nasce.

( Elena Merini - inedito 2024 )
 
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UN PENSIERO "LIEVE" 
DI SERGIO DANIELE DONATI  
 
Assenza, perdita, abbandono sono spesso declinate in poesia attingendo al registro del dolore - ed è normale e giusto che così sia -  soprattutto se tali eventi sono legati ad un vissuto recente. 
Allo stesso tempo la poesia che della ferita si limita a definire i contorni, lo strazio e la difficoltà ad esser vissuta, rimane spesso intrappolata in schemi stretti che lasciano al lettore un senso di amara solitudine e incapacità di trovare vie d'uscita, una sorta di asmatica apnea.
Pare di essere in quei casi destinati solo ad un eterna assenza di vie d'uscita.
Eppure l'essere umano - lo si sa e lo si dimentica ad ogni respiro - ha quale sua più grande facoltà spirituale non la creazione, che è di altri sovrannaturali domini, ma la trasformazione. 
L'essere umano sa modificare i propri vissuti rendendo anche il contenuto più doloroso campo di ricerca ed evoluzione. 
La poesia che in questo si cimenta ha sempre, a mio avviso, grandi contenuti etici, proprio perchè non si limita ad una mera descrizione ma cerca, attraverso proprio la parola, di trasformare il vissuto in un "altro" capace di donar frutti. 
 
È questa una delle funzioni alte, secondo chi vi scrive, della poesia
Ovvero, la capacità di legarsi a pensiero e rielaborazione rendendo chi scrive e chi legge diverso da un prima doloroso. 
Per far questo il passaggio alla domanda è essenziale. 
Ed è altrettanto importante che la parola che sostiene tale questionamento attinga ad un registro meno denso e più lieve, perchè possa trasformare un contenuto di ferita in un anelito alla comprensione. 
 
È questo il caso di questa stupenda composizione inedita di Elena Mearini che siamo onorati di potervi proporre oggi. 
 
Cosa resta di chi manca, di chi parte, di chi non c'è più?
In quali piccole cose troviamo le tracce di una sua, benché evanescente, mai persa presenza?
 
Le immagini che la poeta usa per definire questo spazio di ricerca e domanda sono davvero toccanti (un cane randagio che si avvicina a chi gli offre nutrimento, il bordo sottile del sacro - l'ostia - un passaggio di una nuvola in cielo che si dissolve).
E di questa ricerca dell'ineffabile la poeta non dimentica la fatica, il crollo, ma è una caduta vitale che concima il terreno su cui la poeta stessa si depone, permettendo al qualunque di rinascere. 
In pochi stretti passaggi Elena Mearini lascia noi lettori senza parole, davanti al lieve messaggio della speranza nella trasformazione, quasi volesse ammonirci che la mera descrizione di uno strazio non basta, e che nulla è del tutto definitivo in una scomparsa. 
Ciò che non è più come lo conoscevamo si trasforma in altro, in qualcosa di piccolo e potente allo stesso tempo, in Natura, se vogliamo. 
 
Come diceva spesso il maestro Zen vietnamita Tich Nath Han se accettiamo la trasformazione delle cose in altro - e io aggiungo in quell'altro che è il motore della scrittura poetica e del pensiero -  in un certo senso rientriamo a contatto con il centro immutabile di noi stessi e del mondo. 
Per il pensiero ebraico la manifestazione del lutto ha un termine, netto e preciso. 
Quando si perde una persona cara potremo sentire la sua mancanza per sempre, ma il lutto termina dopo un anno e dopo tale data non possiamo più vestirci a lutto, portare la barba incolta e compiere tutti quei gesti che hanno sottolineato nell'anno la nostra sofferenza. 
 
È un tempo lungo perchè lunga è la trasformazione e la rielaborazione ma dopo quel tempo lo strazio si trasforma il lieve e dolce ricordo.
 
Io credo che Elena Mearini, con questa sua poesia, abbia svolto un duplice ed alto compito.
Il primo che attiene il piano linguistico e lessicale, a parer mio eccelso e di una tenuta sobria, di cui personalmente sento sempre più il bisogno, leggendo poesia. 
E il secondo, ma non meno importante, di averci ricordato una possibile cifra etica della parola poetica che sta nell'indicare vie d'uscita dalla mera descrizione, attraverso immagini di Lievità e Leggerezza spirituale rare da incontrare. 
 
Mi sarebbe molto difficile dunque commentare questa poesia solo sul piano ritmico, timbrico, sonoro  o retorico, sicuramente di alto livello, perchè questa è una di quelle scritture che "drizzano la schiena e fanno da richiamo a qualcosa che non sta solo nella parola, ma, in primis, nel pensiero".

Sulle pene e le sofferenze della schiavitù del popolo ebraico in Egitto sono dedicate solo poche righe nella narrazione. 
Su come il popolo sia riuscito a liberarsi trasformandosi da popolazione schiava a portatore di un messaggio etico di responsabilità e libertà, migliaia di volumi.
 
Ecco, io leggendo questa breve poesia sono stato portato verso queste riflessioni e per questo ringrazio davvero di cuore e dal profondo la poeta.

Per la redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

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NOTE BIOBIBLOGRAFICHE
Elena Mearini
è autrice e docente di scrittura creativa, ha lavorato sui percorsi di scrittura autobiografica nelle carceri e in istituti di riabilitazione psichiatrica. E’ direttrice e docente della Piccola Accademia di poesia a Milano.
Ha pubblicato tre raccolte di poesie per Liberaria editore e Marco Saya editore e otto romanzi: 360 gradi di Rabbia (Excelsior 1881 editore) , Undicesimo comandamento (Perdisa editore), A testa in giù (Morellini Editore), Bianca da morire (Cairo editore), E’ stato breve il nostro lungo viaggio (Cairo editore - finalista premio Scerbanenco), Felice all’infinito (Perrone editore), I passi di mia madre (Morellini editore - candidato al Premio Strega 2021) e Corpo a corpo (Arkadia editore - candidato premio Strega 2023).


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N.D.R. - La poeta Elena Mearini è già stata pubblicata su Le parole di Fedro
In data 21.3.24 (con nota di Sergio Daniele Donati) sono stati pubblicati suoi tre inediti, e in data 10.12.23 altre tre poesie della medesima poeta hanno avuto accoglienza sulla nostra pagina.
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