A proposito della raccolta "Fegato in cartolina - Je vais te dire un secret" (Il Convivio ed., 2024) di Rosanna Frattaruolo - nota di lettura di Sergio Daniele Donati



Divertire (o l'aggettivo divertente) non sono termini che chi scrive note di lettura usa per definire le scrittura alte che commenta. Eppure un breve sguardo all'etimo della parola ci riporta immediatamente alla sacralità del divertimento in lettura poetica. 

Analisi etimologica derivata dal serio sito Etimo.it
la cui lettura consiglio a tutti voi.

Una scrittura se non diverte, se non porta o volge la mente del lettore verso un altrove fecondo, a volte in direzione opposta, può dirsi poetica?
Un dire che si limita a confermare al lettore le sue false credenze e non lo diverte, non lo diverge, può portare in sé i semi dell'arte poetica?

Sicuramente scrittura divergente e divertente è stata per me quella che per noi manifesta Rosanna Frattaruolo nella sua raccolta  "Fegato in cartolina - Je vais te dire un secret" (Il Convivio ed., 2024).
I temi dell'amore e della morte sono sempre affrontati dalla poeta con uno sguardo laterale non di rado ironico e accattivante che pare strizzare l'occhio ad una certa tenerezza anche per le idiosincrasie umane. 

(...)

v

mi pare di camminare su zucchero di canna oggi
la dolcezza ha sempre un prezzo 
la dipendenza da saccarosio è scientificamente provata

voglio morire obesa d'amore.

Ecco un esempio di ciò che intendo per uso sapiente e sapienziale dell'ironia in poesia. 
L'amore come dipendenza zuccherina, come desiderio di morte in una pienezza (obesità) che non ammette reclami, sono un forte gioco con (ma anche contro) gli archetipi di Eros e Thanatos cui un certo serioso, ma purtroppo non sempre serio, poetare ci hanno abituato. 

Perchè qui morte ad amore non sono descritte come forze e tensioni opposte che tirano l'uomo verso direzioni dolorose. 
Qui, pare dirci con un immenso sorriso la poeta, si muore anche per aver colmato la misura dell'amore, ed è questa una morte auspicabile.

Molte poesie hanno in dedica una parte del corpo che viene descritta sempre in francese (quella appena letta ha ad esempio riferimento a les yeux - gli occhi).
E la lingua d'oltralpe è presente anche nel sottotitolo - "Je vais te dire un secret" (ti dico un segreto).
Mi sono a lungo chiesto il perchè di questa scelta sicuramente divergente e divertente e penso di aver intuito che il francese è portatore in sé di suggestioni legate ad una sonorità che difficilmente non si può amare, densa e mai priva di corporeità per l'italico lettore (probabilmente lo stesso effetto avranno per i francesi i versi in italiano).

E poi se ti racconto un segreto in una lingua che non è la tua materna ho forse maggiori garanzia che quel segreto resti tra noi. Forse, ripeto, - chi lo sa?- fa parte del divertimento divergente rimanere senza risposta precisa. 
E d'altronde in questa raccolta densa e piena il richiamo al ludico ha come preciso compagno di binomio una forte chiamata all'elemento onirico sul mistero del quale la poeta si affaccia con delicata potenza. 

xii

se sono calma ricordo i sogni
stanotte sono uscita dal retro
ho corso in affanno
per una durata imprecisa ma lunga
il breve tratto che avevo davanti

la meta vicina è spesso inarrivabile
siede accanto a me 
gli chiedo se mi ama
e mi risponde spalmabilmente sì.

E allora, come si può non amare di passione vera quell'avverbio (spalmabilmente) che stende un velo di ironia anche sulla domanda più dolce e tenera che si possa porre a un sogno: mi ami?
E cosa dire di quei sogni che nella veglia riaffiorano solo se si è calmi?
E di quelle mete troppo vicine per essere raggiunte? 
Non fanno tutti questi elementi forse parte di un sogno collettivo che ogni individuo, per parcella solitaria, svolge almeno una volta nella vita?

Vi lascio con una poesia che ho particolarmente amato per il suo richiamo ad un oriente immaginato (semi di loto), per l'uso sapiente di un'ironia che in questa poesia prende nuances quasi ebraiche e per il senso di resa/non resa (dato da un dovrei che dona il senso pieno di un desiderio che si è ancora incapaci di realizzare, ma che ci si auspica di raggiungere).

xxxviii

dovrei ingoiare i semi di loto che hai raccolto
darli fiorire sul dolore per dimenticarlo
dovrei stendermi come foglia acquatica
che non teme l'attraversamento dei flutti.

E, lo dico alla poeta: i tuoi flutti poetici mi hanno attraversato e mi hai divertito e reso divergente il mio sguardo, prima di leggerti troppo fisso sulle stesse cose. 

Per la redazione de Le parole di Fedro
Il Caporedattore - Sergio Daniele Donati



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NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA
Rosanna Frattaruolo. Laureata in Economia, esordisce in poesia nel 2017 con "Fragile", edizioni LunaNera. Nel 2021 pubblica la plaquette "Le case con gli occhi verdi", Babbomorto editore, e nel 2022, con Rosanna Spezzati, "Decostruzioni e ricostruzioni. Esercizi allo specchio" (RP libri edizioni).
"Fegato in cartolina, je vais te dire un secret", Il Convivio editore viene pubblicato nel 2024.
Suoi testi poetici e racconti per l’infanzia sono presenti in antologie, riviste e quotidiani.
Curatrice del blog "Il Tasto Giallo" e di alcune rubriche letterarie su altri blog, collabora da diversi anni all'organizzazione di eventi culturali.
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Commenti

  1. Poeta, anzi poetessa, originale, sensibile, leggera ed al tempo stesso profonda, a volte maliziosamente accattivante,ti rapisce e ti porta nel suo mondo "fragile". E poi è piena di colori, dalle "case con gli occhi verdi", alla "LunaNera", al "Tasto Giallo!"🙂. Brava Rosanna, 10 e lode🥂

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