Dialoghi poetici coi Maestri - 72 - Paul Celan #3

Paul Celan
PSALM

Niemand knetet uns wieder aus Erde und Lehm,
niemand bespricht unseren Staub.
Niemand.

Gelobt seist du, Niemand.
Dir zulieb wollen
wir blühn.
Dir
entgegen.

Ein Nichts
waren wir, sind wir, werden
wir bleiben, blühend:
die Nichts-, die
Niemandsrose.

Mit
dem Griffel seelenhell,
dem Staubfaden himmelswüst,
der Krone rot
vom Purpurwort, das wir sangen
über, o über
dem Dorn.

SALMO

Nessuno c’impasta di nuovo, da terra e fango,
nessuno insuffla la vita alla nostra polvere.
Nessuno.

Che tu sia lodato, Nessuno.
È per amor tuo
che vogliamo fiorire.
Incontro a
te.

Noi un Nulla fummo, siamo, reste-
remo, fiorendo:
la rosa del Nulla,
la rosa di Nessuno.

Con
lo stimma anima-chiara,
lo stame ciel-deserto,
la corona rossa
per la parola di porpora
che noi cantammo al di sopra,
ben al di sopra
della spina.

Traduzione di Giuseppe Bevilacqua


SALMO

Mi porta al pianto
il simbolo, ben poco simbolo,
dei tuoi versi
e non conosco che un'afona lode
che pur ripeto
come atto di sottomissione
alle mie compulsioni.

Fummo fumo e poi nebbie
infine canto e poesie tra le schegge
delle baracche distrutte,
e non ci fu nulla, Paul,
di floreale nella nostra evanescenza;
non un odore di primavera 
in quei Campi di Morte.

Parola, sì, fummo parola
e canto ma per quali orecchie
avide del silenzio della Storia
innalzammo il nostro canto?
 
Cantammo certo, ben sopra la spina,
perchè la spina era ben conficcata
nella nostra gola
e il canto fu l'unica via per dirsi vivi
nel regno dei morti.


Sergio Daniele Donati - Inedito 2024

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