E m'ama - non m'ama (Oblivion)

 
Foto di pubblico dominio di Gabriel su Unsplash

E m'ama - non m'ama.
Lo spoglio dei petali che cadono a terra
in silenzio; ligi al dovere di morte 
che portiamo, al giogo delle proiezioni,
perchè, lo sai, io non sono lui.
Noi siamo pelle bruciata dal sole,
pelli sole, che ardono e boccheggiano, 
l'uno senza l'altra, come pesci rossi
fuori dalla boccia.
 
In alto mani sfiorano un cielo comune,
in basso piedi sollevano polveri;
un tango improbabile attorno ai nostri limiti,
attorno all'imbroglio, al bavaglio stretto a soffoco
su una parola di cinque lettere
palpita ancora, sai, cuore di fringuello
sul palmo della mano.
 
A me amano in mano
e spaura il mio silenzio se volo
perchè non sanno che io torno.
Ma tu dovresti sapere che torno;
da sempre, io torno a cercare
un tuo sguardo che ora si volta,
perché io non sono lui,
e lui non torna.
 
Non sono lui e porto sulle spalle
il carico dei Campi e di milioni di nomi
non pozze ove riflettere
il mio nasone da Cirano,
e, se ballo, è coi pesi di stagno ai polpacci.
 
Eppure ballo, con gli occhi ballo,
e con le mani creo il movimento a otto,
l'infinito in cui è racchiusa
ogni claudicante speranza umana.
Lo guardavi, ricordi, stupita, che le nuvole 
si aprissero a quel gesto
al sorriso del sole.
 
Ma tu ora ti volti, e cerchi in me lui,
e io non sono lui; e lui non torna.
Io amo per balbuzie sincere e sorrisi timidi; 
lo sguardo su una sabbia sempre troppo sacra
per poterla profanare di speranza.

E m'ami 
e poi
non m'ami più,
perchè io non sono lui
e lui non torna.
 
 Videolettura di Lorenzo Pieri


Astor Piazzolla - Oblivion
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Testo - inedito 2024 - 
di Sergio Daniele Donati
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Commenti

  1. La strofa finale, come dpre accade nelle grandi poesie, offre il senso di tutta la Lirica

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  2. Grazie davvero di cuore

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  3. La leggo e la rileggo e mi rapisce. Poesia di grandi altezze.

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