Sull'Adagietto di Gustav Mahler
Lenta, come di goccia,
sei l'angoscia che tramuta
in arte la più ferina
delle esistenze,
mentr'io mi dondolo
all'infanitle nenia
delle tue disarmonie.
Le mie di uomo,
di ebreo, di occhio
ipovedente dalle immense
capacità auditive,
risiedono là,
tra i tuoi crescendo
e i tuoi silenzi,
ove deposito
lacrime d'ambra
e ricordo e poi,
finalmente,
non sono più.
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Testo inedito 2024
di Sergio Daniele Donati
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