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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Eco e Narciso

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Eco e Narciso di John William Waterhouse (1903) Rifiutare il bisbiglio di labbra d'Oreade uccise il tuo amore, Narciso. Non fu immagine - la tua nella pozza - a trascinarti nell'abisso né la mancata corresponsione della purezza di un sentimento. Fu mancato ascolto di parole diafane,  pronunciate da bocche di sogno nella balbuzie. Nulla ci appartiene e ogni dono - un cuore di ninfa - è sacro,  anche se rifiutato.   Dicono tu sia morto assorbito  dal tuo stesso volto. Io non lo credo. Ti ha ucciso il suono del tuo nome ripetuto tre volte, nel vento. Ripetere tre volte il nome di chi ti rifiuta uccide l'amore, Eco.   La prima è tremula speranza, la seconda è rabbia cieca, la terza è Thanatos  nel cuore di entrambi. Non fu la maledizione  di Era a ucciderti, né i giochi bambini di Zeus. Ti tolse il soffio la tua incapacità  di non dire più. Due volte si chiama l'amore, Eco, solo due. La terza chiamata è sempre la Morte. Amore non muore  se non corrisposto Amore muore se si

Abitare

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  Abitare il filo d'erba di una paura di ghiaccio - un sospiro di radice nella terra dell'incertezza - Nella grotta dei sussurri si miscela lentamente il pigmento verde della speranza. Video lettura di Lorenzo Pieri _______ Testo - inedito 2024 - di Sergio Daniele Donati 

(Redazione) - A proposito della raccolta "Ipotermia" (Delta 3 Ed., 2024) di Raffaella Rossi - Estratto con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Ho trattenuto molto la raccolta " Ipotermia " (Delta 3 Ed., 2024) di Raffaella Rossi , tra le mani, leggendola e rileggendola, prima di riuscrine a scrivere e, con ogni probabilità la poeta l'avrà data per dispersa nei meandri della Redazione de Le parole di Fedro. Di questo mi scuso, ma non senza voler spiegare a voi e alla stessa autrice che questi episodi di "dilatata lentezza" nel commento avvengono quando una raccolta mi solletica questionamenti e riflessioni e sento  la mia parola non ancora pronta per un testo che giudico d'estremo valore poetico.  La raccolta, in cui la poeta si rivolge spesso ad un TU IMPERSONALE , o comunque non nominato, è sostenuta da una scrittra densa e allo stesso tempo priva del vezzo troppo comune in poesia contemporanea di un simbolo che rasenta l'incomprensibilità, benchè sia molto forte il richiamo metaforico. Ogni sua composizione contiene un messaggio diretto ma che allo stesso tempo è capace di sostenere nella

(Redazione) - Dissolvenze - 36 - Amichevole constatazione

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  di Arianna Bonino     Amichevole constatazione Nessuno piangerà mai la mia morte – un giorno disse un angolo defunto – ché tutti quei ch'io vidi dal mio punto temevan me da selle o quattroporte. D'esser nascosto mi fu dato in sorte: per tanto che tu dica: "L'ho raggiunto!" è solo un mero calcolo presunto che non può scongiurar la malasorte. É quindi bene prima d'ogni svolta sapere che guardato non è visto e la manovra spesso disinvolta ti porta dritto contro l'imprevisto.   Rimani fermo, tu, la buona volta: c'è un valido motivo per cui insisto.