"Cantiere" - un racconto di Enzo Cannizzo

 


Un vecchio mi fissa come se fossi un cantiere.
Ha l’occhio vitreo e la necessità evidente di un barbiere.
- Cosa non va, gli chiedo, sa, signore, io non mi vedo.
- No, niente, giovanotto, sto soltanto girando un video col mio occhio buono, quello bionico.
L’altro, invece, quello è proprio andato.
- Dove?
- Chi?
- L’occhio, signore. Il suo suo occhio, dov’è andato?
- Ah, l’occhio… quello. Beh... me l’ha cavato Pinocchio, col naso, quando il bus ha frenato di botto al semaforo pedonale interstellare.
- Come mai?
- Come mai cosa, giovanotto?
- L’occhio. Pinocchio. Il naso. Come mai Pinocchio le avrebbe cavato l’occhio?
- Non saprei… Forse un attacco di panico, forse una bugia… Sono strani i figli dei falegnami…
- Troppe seghe?
- Non saprei, questo l’ha detto lei, non entro in certe beghe. Certo è che, da allora, prendo solo il tramvai, non si sa mai.
- Certo, capisco, ma ora torniamo a noi.
- A noi? Giovanotto, ha per caso nostalgia di Jessica?
- Mi perdoni, signore, Jessica chi?
- Jessica Rizzo Peroni, pronipote di Bionda Peroni e padre fondatrice del Cottimo, Primo Cancelliere del Nuovo Tempo, Cavaliere del Lealissimo Ordine di Bignami. Esploratrice, condottiero, alpinista e Gran Guardiana del Farro.
- A dire il vero, non saprei, signore. A scuola non si arriva mai al Novecento e la mia laurea in Realtà delle Cose mi abilita ad insegnare solo nei bar di provincia e nelle tabaccherie accreditate presso Lottomatica.
Ma, la prego, mi dica: perché mi riprende?
- Creda lei a me, non la riprendo affatto. Anzi, lei mi sembra un giovanotto ben educato.
- Il video, intendo. Perché gira un video con me dentro, mentre non riesco a sniffare la colla per via di un occhio vitreo che m’è rimasto attaccato al naso dopo una brusca frenata del bus?
- Giovanotto, non saprei. Sono vecchio, guardo i cantieri siderali, non so se ho mangiato oggi o ieri. Vengono a trovarmi solo vecchi ricordi: il secolo nel quale ho perso l’occhio, gli arancini della Caronte, qualche film con Alberto Sordi, i funerali di Giovanni Rana, Gloria Guida sotto la doccia, una gita alle cave di mercurio tra i banchi di pesce al largo di Gela.
Piove forte sui lavori in corso, sulla gente che va di fretta, sul basolato rotto dagli stivali delle guardie. Qualcuno pesca anguille elettriche dai tombini esplosi. Serviranno ad alimentare le raffinerie di colla e le piazze di distribuzione.
Un coro di Avventisti del Settimo Giorno intona in crescendo l’inno di Italia ‘90 che le maestre ci insegnavano all’asilo. Una raffica più forte di vento strappa il vestito di dosso a Marilyn Monroe: il suo corpo di lattice cede alla pioggia, Marilyn è solo uno scheletro di titanio che luccica e urla tra i clacson di un ingorgo.
Mi vedo puntare il phaser contro il vecchio. Il laser infrange la vetrina. Scappo. Muoio arrotato da una carriola eolica manovrata da un pregiudicato che non si presentava in cantiere da nove anni, ventuno giorni, una manciata di minuti, qualche secondo, al quale, oggi, serve un alibi di ferro

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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Enzo Cannizzo è nato a Catania nel 1970, città nella quale vive dagli anni dell’Università.
Cresciuto a Grammichele, dove la Piana di Catania incontra gli Iblei, mantiene con i luoghi della prima giovinezza un ininterrotto legame.
Già restauratore di carte antiche e poi libraio, dal 2010 è impegnato nella gestione del wine bar Città Vecchia all’interno del quale organizza reading di poesia e rassegne culturali animate da figure di rilievo, o ancora emergenti, del panorama artistico e letterario.
Sue poesie sono apparse nel 2014 in un quaderno collettivo edito da Neon. Nel Settembre 2020 è uscito per Algra Editore, nella Collana Plumelia, con la prefazione di Maria Attanasio, Il cielo pende dai lampioni, sua prima raccolta di versi. Alcune liriche presenti nella silloge sono state volte in Castigliano e pubblicate, a Siviglia, in tiratura limitata fuori commercio dal poeta e italianista dell’Università di Siviglia Miguel ‘Angel Cuevas. Altri frammenti sono stati tradotti, negli Stati Uniti, dall’italianista dell’Università di Stanford Ana Ilievska, e fanno parte del volume Contemporary Sicilian Poetry: AMultilingual Anthology da lei curata insieme a Pietro Russo. Nel 2021, Il cielo pende dai lampioni ha ricevuto la menzione d’onore per l’opera edita al trentacinquesimo Premio Montano. Nel luglio 2023 è uscita per Algra Editore, nella collana Ginestra dell’Etna, diretta da Maurizio Cucchi, una sua silloge, segnalata al trentaseiesimo Premio Montano, con prefazione di Miguel ‘Angel Cuevas, dal titolo Avanza
un’ora di luce. La silloge è risultata prima classificata, in ottobre 2023, al contest “La poesia che canta – sesta edizione”, organizzato dalla rivista “Circolare Poesia” e vincitrice, in luglio 2024, del Concorso Nazionale di poesia edita organizzato dalla Casa Editrice “Il glomerulo di sale”. La sua raccolta di prose d’arte inedite Zagare, segreti e un juke-box disperato, finalista alla trentasettesima edizione del Premio Montano per la sezione “Prosa inedita” è uscita, col titolo Zagare e segreti, nel 2024, per l’Editore Ensemble.
E’ curatore, insieme al poeta Sebastiano Adernò, del volume di poesia a più voci A dark way of Sicily uscito nel 2024 per i tipi de Il glomerulo di sale.
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