Due poeti allo specchio (Laura D'Angelo e Sergio Daniele Donati)


Come tu sai
di Laura D'Angelo

Bambina,
vorrei che gli adulti che
incontrerai crescendo
fossero capaci
di dolcezza e giustizia,
vorrei che tu
possa
specchiarti nei loro
sguardi e conoscerti
un po' di più,

vorrei che il dolore
fosse l'altra faccia
dell'amore,
e che tu lo sappia,
accogliendolo.

Vorrei
che tu
apprenda il dono
della comprensione,
per essere meno sola,
perchè
tu possa ascoltare,
perchè
così l'amore
è amore.

Bambina, ora che crescerai
vorrei che la memoria
fosse per te
amore perenne.
Vorrei che il ricordo
fosse il segno di un bene
che si perpetua nel tempo,
cosicchè niente
per te
vada via,

ma che tutto sia,
ancora.

Vorrei che tu fossi
piena di un amore
vero e giusto,
e che d'amore
tu possa fare un canto,
un persempre,
ancora

come tu sai

una poesia.
 
 
Ti capiterà, bimbo
di Sergio Daniele Donati

Ti capiterà, bimbo,
d'incontrare della vita
striature malinconiche 
di un tramonto
e capirai allora
che la parola fine
porta con sé 
un doppio significato.

E se, allora, la mia voce
non sarà per te ricordo,
impara dal passo lento
della formica
che il giusto e il misericordioso
spalla a spalla reggono
questo instabile mondo
e che in ogni fine c'è un fine sottile
che un orecchio adulto
non può più cogliere.

Non tu,
che hai ancora riflessi d'ossidiana 
nelle pupille e una parola 
ancora da dire in gola.
 
Ti capiterà, bimbo,
di non sentirne più la pulsazione,
di non credere più possibile 
ricevere in dono 
l'abbraccio e il sorriso,
e se, allora,
il timbro della mia voce
non sarà per te ricordo,
impara da cortecce e foglie
quanto sacra è la sensazione 
di non aver mai 
amato abbastanza.

Ti capiterà, bimbo,
di esser dimenticato dall'adulto
che ti porterà
per sempre dentro
e, se la mia voce 
non sarà per te ricordo
di un padre che inciampa sorridendo,
non permettere
che il suo grido di solitudine
divenga la vostra voce comune,
un coro sgraziato,
privo di equilibrio
e incapace di intervalli 
di terza maggiore.
Impara dalle stelle
e dai Maestri che incontrerai
a cui parlerai con rabbia
dei limiti dell'uomo che ti scrive
che l'unico che può prendersi 
cura di te è proprio quell'adulto 
che ti porterà distratto dentro, 
fino all'ultimo suo respiro.

È non è nei versi
e negli inchiostri
la poesia della vita;
sta nella cura con 
cui si decide
di crescere con sé stessi

bambini.

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