Uomo - Eppure #1 (microracconto)

 
"Eppure ci deve essere un luogo dove la mia anima possa trovare riposo; o forse un tempo in cui non subisca la chiamata di un eterno e incolmabile vuoto".
 
Questo pensava mentre i suoi passi, sempre troppo lenti per lo sguardo indifferente del mondo, si avvicinavano a quella meta da lui solo conosciuta.

"Il mare, il mare sì, potrebbe accogliere i miei pensieri e diluirli in rifugi per il paguro. Ho visto troppo, ho vissuto troppo, ho colto troppo poco insegnamento dalle mie visioni e, a conti fatti, ho perso l'occasione di dirmi vivo...troppe volte".
 
Era l'incessante suo  giocare con le parole; la trappola in cui si era rinchiuso sin da piccolo per non vedere, per non vedere la smorfia che dava il suo riflesso negli occhi altrui.
Si fermò davanti alla distesa d'acqua, guardò l'orizzonte, suo eterno compagno di meditazioni, contò tre respiri profondi, di quei respiri che paiono poter contenere smisurate galassie, e poi pianse, prima di compiere l'unico gesto che potesse manifestare la sua parziale libertà. 
 
Finisce qui il breve racconto d'un uomo, il resto potrete sentirlo, se vorrete, cantare dalla risacca nelle mattine d'autunno o, forse, nel vento d'inverno, quando tutto sembra volerti raccontare le storie antiche di popoli scomparsi.



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Commenti

  1. Il passato ci raggiunge dove vuole, se lo temiamo. Gli esseri liberi gli vanno incontro a occhi aperti.

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    1. Si è liberi anche nel rifiutarne la persecuzione
      Grazie per lo stupendo commento

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    2. ❤️❤️❤️

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