(Redazione) - Muto Canto - 16 - Gaston Bachelard: la fiamma come sostanza poetizzante
…Chi ci aiuterà a discendere nelle nostre caverne? Chi ci aiuterà a ritrovare, a riconoscere, a conoscere il nostro essere duplice che, da una notte all’altra, ci fa esistere. Questo sonnambulo, che non cammina sulle strade della vita, ma che scende, scende sempre alla ricerca di dimore immemorabili.
Il sogno notturno, nel suo profondo, è un mistero di ontologia…1
Riflettere sugli infiniti rimandi a cui il fuoco può inviare apre orizzonti tutti da esplorare. Il primo richiamo è all’antico: nelle viscere di grotte preistoriche, la fiamma illumina, nel bordo scomposto dal movimento del bagliore, la proiezione della lotta-amicizia con l’animale. Si scorgono elementi che compongono la frase: la grandezza dell’animale, la paura suscitata, l’arte del suo contenimento attraverso l’agito nella pittura parietale, l’esplosione di una prosa intrisa, sino all’inverosimile, di simbolismo fino ad allora inaudito. Assistiamo muti all’alba di cosa? Si delineano aurorali processi di pensiero. Il sogno notturno, nel suo profondo, è un mistero di ontologia…1
Pensiamo a questi uomini che entravano nella sacra prova del dialogo con gli eventi attraverso un oscuro baluginio, quello del fuoco, baluginio che consente di scorgere la pelle della parete di roccia. Baluginio di una fiamma atta ad illuminare appena un nero di budello, anfratto sottoterra, cunicolo della mente umana.
L’immagine, con loro, tocca l’universo di un surrealismo impressionante. E’ immagine che derealizza e, al contempo, trasporta un carico di “dentro” della realtà su di una roccia. In questo carico di “dentro” della derealizzazione accade messa in scena e coscienza di mondo, partecipazione attiva al mondo e creazione di mondo. E’ fusione che tiene insieme l’oggetto rappresentato, la metamorfosi dell’azione su di esso, lo stupore della rappresentazione e prosieguo, su di un altro piano, della meraviglia dell’atto fondante del prendere-utilizzare-possedere.
L’oggetto, attraverso questa derealizzazione, sale verso il proprio essere: non è più mero cervo, bisonte… si trasmuta in una sorta di oggetto dialogante capace di nutrire un bisogno umano profondo, linfa che nutre l’unione di movimenti in grado di creare luce interiore. Il movimento creativo si colloca all’interno dell’esatto punto di unione tra reale ed irreale. E’ immagine che fonda la ricerca dell’altezza. La tensione all’altezza come primo nucleo della genesi della spiritualità. E, questo movimento è intriso di tensione cosmogonica in cui l’immensità si palesa. Pionieri scavano cunicoli nelle miniere dell’anima alla luce di una fiamma. Nel dentro dell’origine del pensiero agisce un movimento di tensione alla verticalità che lega cosmo e individuo. Alla luce di una fiamma si delinea l’elaborazione della sacra amicizia umana con il mondo.
L’oggetto, attraverso questa derealizzazione, sale verso il proprio essere: non è più mero cervo, bisonte… si trasmuta in una sorta di oggetto dialogante capace di nutrire un bisogno umano profondo, linfa che nutre l’unione di movimenti in grado di creare luce interiore. Il movimento creativo si colloca all’interno dell’esatto punto di unione tra reale ed irreale. E’ immagine che fonda la ricerca dell’altezza. La tensione all’altezza come primo nucleo della genesi della spiritualità. E, questo movimento è intriso di tensione cosmogonica in cui l’immensità si palesa. Pionieri scavano cunicoli nelle miniere dell’anima alla luce di una fiamma. Nel dentro dell’origine del pensiero agisce un movimento di tensione alla verticalità che lega cosmo e individuo. Alla luce di una fiamma si delinea l’elaborazione della sacra amicizia umana con il mondo.
Lavorìo in totale solitudine, un tra sé e sé che consente all’universo simbolico di dispiegarsi nelle sue forme archetipiche. E’ la mente umana che intraprende il proprio cammino in strade altre dalle forme e dai modi dell’agire del restante creato. L’apparire dell’universo simbolico s’appaia alla nascita dell’espressione che nominiamo artistico-creativa. Lo stupore per il mondo che si svela agli occhi di chi, agli albori della storia dell’umanità, vede e ritrae. E’ lo stesso stupore nostro che, a distanza di millenni, guardiamo cogliendo il mistero di forme e di mani e di pensieri che sono stati capaci di creare simili tratti di bellezza colmi di strabordante umanità.
Possibile pensare ad una ricognizione nel microcosmo dell’immaginazione? Ad una metafisica dell’immaginario? Al tremulo invito al mutamento dentro cui lasciar parlare la variazione di un’immagine fantastica? A come, essa, inneschi un aumento di coscienza in grado di rafforzare la coscienza psichica attraverso il nutrimento che proviene dalla vitalità creatrice del simbolo?
Se ciò è, l’area dello scavo è la delineazione del microcosmo dell’immaginazione, lì dove evasione e metamorfosi divengono fantasticheria e vitalità creatrice. Se ciò è, sono i sognatori di fiamma a dirci di un’ontologia e di una fenomenologia dell’essere dell’immagine per una filosofia del poetico esperita dal sognatore di parole.
Gaston Bachelard (1884-1962) ha attraversato a fondo le tonalità di eccitazione che una filosofia del poetico fa sue quando si crea il passaggio dal mondo reale al mondo immaginato all’interno del quale avviene un distacco produttivo dal mondo ed uno slabbramento dei suoi stessi confini. Bachelard ci lascia entrare nella fondazione di una filosofia del poetico.
Bachelard pensa al momento in cui l’immagine vista, pensata, resa da un poeta ha il potere di trasformarsi in origine di coscienza attivando possibilità di comunicazione tra la coscienza creatrice del poeta e chi legge. Ponte intimamente comunicativo, ponte attivatore di coscienzialità.
…si comprende l’interesse che esiste a determinare una fenomenologia dell’immaginario in cui l’immaginazione è collocata al suo posto, al primo posto, come principio di eccitazione diretta del divenire psichico…2
Gioiello della riflessione di Gaston Bachelard è la pubblicazione de La flamme d’une chandelle, 1961 3
…ritorniamo al nostro semplice mestiere di cercatori di immagini, di immagini attraenti abbastanza da fissare la reverie…Se potessimo raccogliere un museo di “oggetti onirici” …Ogni oggetto di casa avrebbe così il suo “doppio”, non un fantasma da incubo, ma una specie di spettro che abita la memoria e ridà vita al ricordo… Si, ad ogni grande oggetto la sua personalità onirica…4
Un inerpicarsi intorno al senso della verticalità, direzione e orientamento della fiamma di una candela. Le reveries sulla verticalità stringono un proprio fascino di tensione verso il superamento, il raggiungimento, l’ascensionalità, tutte dimensioni che consentono di inoltrarci verso la dimensione della trascendentalità dell’essere.
…Le revieres di altezze nutrono il nostro istinto di verticalità…accanto alle torri, accanto agli alberi, il sognatore di altezze pensa al cielo. Le revieres di altezze nutrono il nostro istinto do verticalità, un istinto represso degli obblighi dlla vita comune, la vita piattamente orizzontale…5
L’analisi di Bachelard intorno e dentro il significato della fiamma di una candela mostra, innanzitutto, come la fiamma consenta un’immersione in un essere-divenire racchiusa nella solitudine all’interno della quale si dipanano dimensioni sia temporali che del desiderio e la tonalità emergente è quella della malinconia creatrice. Malinconia della scissione che genera e separa immagine da essere per fondare nuovi statuti gnoseologici.
Questo fenomenologico percorrere il movimento-lavoro generante immagini continua a ri-mandarmi al movimento-lavoro agito nelle grotte, all’arte rupestre agita da neandertaliani e non solo. Arte che interroga sulla fantasticheria e l’immaginazione collocando queste due facoltà all’interno di percorsi e dinamiche di evoluzione del pensiero umano e degli avanzamenti di coscienza.
Per Gaston Bachelard la disamina analitica delle immagini poetiche e della loro vita fenomenologica, porta a considerare l’apporto di valore conoscitivo creato dalla reverie. Bachelard, da fine epistemologo, individua questo centrale canale onirico-sensoriale del pensiero riconoscendogli lo spazio di materia prima e fondamento dell’opera letteraria e creativa. Ascoltare la fiamma nel suo crepitare, nel suo gemere, nel suo trascorrere, nel suo generare ombra, nel suo aprire presagio, nel suo rischiarare, nel suo frusciare, nel suo emanare risonanze, nel suo guizzare, nel suo infrangersi nell’aria, apprende e s’involtola nelle semplicità primarie 7 quelle che rimandano orli di memoria e affondi nelle filiformi agitazioni intime all’interno delle quali diviene possibile drammatizzare l’insignificante.
…evochiamo (queste reveries sulle cosmogonie della luce) per segnalare l’onirismo sconosciuto, l’onirismo perduto, l’onirismo divenuto tutt’al più materia di storia, sapere del vecchio sapere…è necessaria una doppia ontologia per dirci quello che di volta in volta è l’essere della lampada e l’essere che sogna la fedeltà delle prime luci…8
La fenomenologia dell’immaginazione poetica svela molto dell’umana solitudine, l’immagine si annida lì dove il cogito del sognatore cerca il proprio cosmo. Sulla soglia di questa drammatizzazione, agita all’interno di una meditazione generante, si apre la solitudine della pagina bianca 9 quella che obbliga e tiene nel silenzio. Tra luce e silenzio si tiene e si intrattiene l’attività solitaria di genesi della scrittura poetica all’ombra del tavolo della chiaroscurale esistenza del sognatore di immagini.
Nella filosofia del poetico emerge tutta la fragilità della materia e tutta la forza dell’immaginazione come potenza del fantasticare. E’ potenza che pone al centro una fisica del valore generata da azione libera e creatrice. Azione che avviene nello scorrimento del tempo lento in cui il sognatore di fiamma lascia parlare la fantasticheria attraverso il silenzio, la durata e il chiaroscuro della luce.
…Sì, è al tavolo della mia esistenza che ho conosciuto l’esistenza massima, l’esistenza in tensione –una tensione in avanti, più avanti, in alto. Intorno a me tutto è riposo, tranquillità: il mio essere solo, il mio essere che cerca l’essere è teso nella necessità inverosimile di essere un altro essere, essere più-che-un-essere… Nella tensione di fronte ad un libro… ogni divenire del pensiero, ogni avvenire del pensiero è in una ricostruzione dello spirito…10
I pionieri della fiamma e del segno, incisori di immagini su rocce, hanno saputo solcare gli oceani più profondi e vergini della psiche indicandoci umani luoghi archetipici. Ci hanno mostrato sorgenti d’origini e sospensioni e accordi con le luci minori delle ombre in cui scriveremo tutta la materia della narrazione storica e tutte le ispirazioni dell’umano e umanizzante andare.
…A ogni appetito, un mondo. Il sognatore partecipa allora al mondo nutrendosi di una delle sostanze del mondo, sia essa densa o rarefatta, calda o dolce, chiara o piena d’ombra secondo il temperamento della sua immaginazione. E quando un poeta aiuta un sognatore rinnovando le più belle immagini del mondo, il sognatore raggiunge la piena salute cosmica…11
Possibile pensare ad una ricognizione nel microcosmo dell’immaginazione? Ad una metafisica dell’immaginario? Al tremulo invito al mutamento dentro cui lasciar parlare la variazione di un’immagine fantastica? A come, essa, inneschi un aumento di coscienza in grado di rafforzare la coscienza psichica attraverso il nutrimento che proviene dalla vitalità creatrice del simbolo?
Se ciò è, l’area dello scavo è la delineazione del microcosmo dell’immaginazione, lì dove evasione e metamorfosi divengono fantasticheria e vitalità creatrice. Se ciò è, sono i sognatori di fiamma a dirci di un’ontologia e di una fenomenologia dell’essere dell’immagine per una filosofia del poetico esperita dal sognatore di parole.
Gaston Bachelard (1884-1962) ha attraversato a fondo le tonalità di eccitazione che una filosofia del poetico fa sue quando si crea il passaggio dal mondo reale al mondo immaginato all’interno del quale avviene un distacco produttivo dal mondo ed uno slabbramento dei suoi stessi confini. Bachelard ci lascia entrare nella fondazione di una filosofia del poetico.
Bachelard pensa al momento in cui l’immagine vista, pensata, resa da un poeta ha il potere di trasformarsi in origine di coscienza attivando possibilità di comunicazione tra la coscienza creatrice del poeta e chi legge. Ponte intimamente comunicativo, ponte attivatore di coscienzialità.
…si comprende l’interesse che esiste a determinare una fenomenologia dell’immaginario in cui l’immaginazione è collocata al suo posto, al primo posto, come principio di eccitazione diretta del divenire psichico…2
Gioiello della riflessione di Gaston Bachelard è la pubblicazione de La flamme d’une chandelle, 1961 3
…ritorniamo al nostro semplice mestiere di cercatori di immagini, di immagini attraenti abbastanza da fissare la reverie…Se potessimo raccogliere un museo di “oggetti onirici” …Ogni oggetto di casa avrebbe così il suo “doppio”, non un fantasma da incubo, ma una specie di spettro che abita la memoria e ridà vita al ricordo… Si, ad ogni grande oggetto la sua personalità onirica…4
Un inerpicarsi intorno al senso della verticalità, direzione e orientamento della fiamma di una candela. Le reveries sulla verticalità stringono un proprio fascino di tensione verso il superamento, il raggiungimento, l’ascensionalità, tutte dimensioni che consentono di inoltrarci verso la dimensione della trascendentalità dell’essere.
…Le revieres di altezze nutrono il nostro istinto di verticalità…accanto alle torri, accanto agli alberi, il sognatore di altezze pensa al cielo. Le revieres di altezze nutrono il nostro istinto do verticalità, un istinto represso degli obblighi dlla vita comune, la vita piattamente orizzontale…5
L’analisi di Bachelard intorno e dentro il significato della fiamma di una candela mostra, innanzitutto, come la fiamma consenta un’immersione in un essere-divenire racchiusa nella solitudine all’interno della quale si dipanano dimensioni sia temporali che del desiderio e la tonalità emergente è quella della malinconia creatrice. Malinconia della scissione che genera e separa immagine da essere per fondare nuovi statuti gnoseologici.
Questo fenomenologico percorrere il movimento-lavoro generante immagini continua a ri-mandarmi al movimento-lavoro agito nelle grotte, all’arte rupestre agita da neandertaliani e non solo. Arte che interroga sulla fantasticheria e l’immaginazione collocando queste due facoltà all’interno di percorsi e dinamiche di evoluzione del pensiero umano e degli avanzamenti di coscienza.
Per Gaston Bachelard la disamina analitica delle immagini poetiche e della loro vita fenomenologica, porta a considerare l’apporto di valore conoscitivo creato dalla reverie. Bachelard, da fine epistemologo, individua questo centrale canale onirico-sensoriale del pensiero riconoscendogli lo spazio di materia prima e fondamento dell’opera letteraria e creativa. Ascoltare la fiamma nel suo crepitare, nel suo gemere, nel suo trascorrere, nel suo generare ombra, nel suo aprire presagio, nel suo rischiarare, nel suo frusciare, nel suo emanare risonanze, nel suo guizzare, nel suo infrangersi nell’aria, apprende e s’involtola nelle semplicità primarie 7 quelle che rimandano orli di memoria e affondi nelle filiformi agitazioni intime all’interno delle quali diviene possibile drammatizzare l’insignificante.
…evochiamo (queste reveries sulle cosmogonie della luce) per segnalare l’onirismo sconosciuto, l’onirismo perduto, l’onirismo divenuto tutt’al più materia di storia, sapere del vecchio sapere…è necessaria una doppia ontologia per dirci quello che di volta in volta è l’essere della lampada e l’essere che sogna la fedeltà delle prime luci…8
La fenomenologia dell’immaginazione poetica svela molto dell’umana solitudine, l’immagine si annida lì dove il cogito del sognatore cerca il proprio cosmo. Sulla soglia di questa drammatizzazione, agita all’interno di una meditazione generante, si apre la solitudine della pagina bianca 9 quella che obbliga e tiene nel silenzio. Tra luce e silenzio si tiene e si intrattiene l’attività solitaria di genesi della scrittura poetica all’ombra del tavolo della chiaroscurale esistenza del sognatore di immagini.
Nella filosofia del poetico emerge tutta la fragilità della materia e tutta la forza dell’immaginazione come potenza del fantasticare. E’ potenza che pone al centro una fisica del valore generata da azione libera e creatrice. Azione che avviene nello scorrimento del tempo lento in cui il sognatore di fiamma lascia parlare la fantasticheria attraverso il silenzio, la durata e il chiaroscuro della luce.
…Sì, è al tavolo della mia esistenza che ho conosciuto l’esistenza massima, l’esistenza in tensione –una tensione in avanti, più avanti, in alto. Intorno a me tutto è riposo, tranquillità: il mio essere solo, il mio essere che cerca l’essere è teso nella necessità inverosimile di essere un altro essere, essere più-che-un-essere… Nella tensione di fronte ad un libro… ogni divenire del pensiero, ogni avvenire del pensiero è in una ricostruzione dello spirito…10
I pionieri della fiamma e del segno, incisori di immagini su rocce, hanno saputo solcare gli oceani più profondi e vergini della psiche indicandoci umani luoghi archetipici. Ci hanno mostrato sorgenti d’origini e sospensioni e accordi con le luci minori delle ombre in cui scriveremo tutta la materia della narrazione storica e tutte le ispirazioni dell’umano e umanizzante andare.
…A ogni appetito, un mondo. Il sognatore partecipa allora al mondo nutrendosi di una delle sostanze del mondo, sia essa densa o rarefatta, calda o dolce, chiara o piena d’ombra secondo il temperamento della sua immaginazione. E quando un poeta aiuta un sognatore rinnovando le più belle immagini del mondo, il sognatore raggiunge la piena salute cosmica…11
__________
NOTE
1 Gaston Bachelard La poetica della reverie, Dedalo Libri 1972, pg. 161
2 ivi pg. 15
3 Gaston Bachelard, La fiamma di una candela, Editori Riuniti 1981
4 ivi pg. 21
5 ivi pg. 35
6 ivi pg. 24
7 ivi pg. 26
8 La fiamma…cit. pg. 58
9 ivi pg. 66
10 ivi, pg. 67
11 Gaston Bachelard La poetica della reverie… cit. pg. 192
2 ivi pg. 15
3 Gaston Bachelard, La fiamma di una candela, Editori Riuniti 1981
4 ivi pg. 21
5 ivi pg. 35
6 ivi pg. 24
7 ivi pg. 26
8 La fiamma…cit. pg. 58
9 ivi pg. 66
10 ivi, pg. 67
11 Gaston Bachelard La poetica della reverie… cit. pg. 192
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