Poesie inedite di Paola Di Toro - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati



È sempre un piacere poter pubblicare degli inediti di una poeta, come Paola Di Toro, che sanno tracciare linee di unione tra un mondo interiore che si percepisce come palpitante e vero e una indiscutibile attenzione alla forma ed al lessico che altro non fa che levare la mente del lettore sulla possibilità di rielaborazione dei propri stessi vissuti. 
La poeta negli inediti che vi proponiamo si rivolge ad un tu impersonale, creando immediatamente col lettore un rapporto di intimità e ascolto che si percepisce come reciproco
Voglio dire che l'impressione dominante nella lettura di questi versi è che ci sia una sorta di ricerca della poeta del centro del lettore, una chiamata alla comunicazione diretta e senza orpelli linguistici che altro non farebbero che impedire il bel ritmo di queste poesie. 
Forti, poi, sono i richiami all'ambiente naturale in cui, tuttavia, sia la poeta che il lettore non si sperdono ma, al contrario, paiono radicarsi sempre più. 
La Natura, così come il Corpo, sono in queste poesie elementi di forte riflessione non simbolica, mai meri paesaggi o descrizioni sterili di un umano ingabbiato nei suoi propri limiti. 
Poesie dunque, queste, che si lasciano leggere con facilità, ad un primo acchito, ma che, successivamente, impongono al lettore un ritorno nei versi, sempre più a fondo, alla ricerca di quel nucleo tanto umano di esistenza che la poeta con enorme maestria sa donare. 

Per la Redazione de Le parole Di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

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INEDITI
Tu non sai qui dentro.
Cose che crollano
muri e sensi
per fare trasparenza
come l’autunno.
La verità è una pornografia
le ossa rami
dai cui schiantarsi
o danzare.
 
Sonno a due

I

Gli esseri come te parlano
nel sonno come persi nella
corrente chè a sentirsi
in vita troppo saldi si perde
il nuoto e la sorgente.
Sei nella voce di un pesce
il corpo guizza, l’acqua
è lingua madre inflitta
alla mia sete.

. II

Dal tuo sonno sale un coro
di voci del giorno e a chi
si è perso indichi la luna.
A me che veglio e sono eclissi
del riposo tuo leggero
non resta che accerchiarmi
fare impasto benedetto
di quest’ombra carne d’argilla
che s’incurva nel tuo volo.

La pagina spiazzata d’azzurro:
sono migrati gli stormi
parate d’ali e alfabeti d’ossa cave.
Ogni tanto il dono di una cincia
il petto giallo con la grazia
del lampo della sillaba
al centro radiosa.
 

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NOTE BIOBIBLIOGRAFiCHE 

Paola di Toro, nata a Campobasso nel 1975, dove vive e lavora. Specializzata in Criminologia, ha fatto ricerca nell’ambito di progetti e sperimentazioni. Nello specifico si è occupata di violenza di genere, violenza sui minori, disturbi del comportamento, traffici illeciti. Ha avuto esperienze giornalistiche, anche televisive, in testate ed emittenti della propria regione. Coltiva la passione per la scrittura dall’adolescenza, ha partecipato a concorsi letterari, ricevendo premi e menzioni. Partecipa a presentazioni di opere letterarie ed è stata convocata nella giuria del premio L’ inedito, sulle tracce del Sanctis, per due edizioni consecutive e nella giuria del premio Ciafardini. Ha pubblicato, nel 2022, la sua prima silloge, Stato liquido, con Deltatre edizioni.





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