(Redazione) - A proposito di "Samâ" di Maristella Tagliaferro - con nota di Sergio Daniele Donati

 
 

Lieti di pubblicare la poesia "Samâ" di Maristella Tagliaferro nella quale ritroviamo tutti i semi di una danza sacra che ha millenni di storia. 
La poeta riece a trasmettere appieno il senso corporeo e spirituale di una elevazione attraverso una composizione in cui gli accapo serrati hanno una evidente funzione di sospensione continua, di un movimento a spirale in cui, in ogni istante si resta ancorati a terra e, allo stesso tempo, attratti dal cielo. 
 
Difficile e ben riuscito esercizio quello di Maristella Tagliaferro di tradurre in parola ciò che appartiene al dominio del corpo in movimento, alla ricerca di un sè profondo. 
Difficile perchè l'eterno ritorno verso al centro di un movimento a spirale é cosa ardua a rendere in poesia, e, allo stesso tempo, perchè saper trasmettere col verbo poetico le sensazioni che una partica che ha origine in un oriente prossimo, ma non molto battuto, neccessita di una maestria e di una pratica nella danza stessa che, evidentemente la poeta possiede. 
E, come la tenuta del derviscio permette l'elevazione, appare evidente a chi la legge che la tenuta delle parole, delle note che compongono questa poesia, crei per osmosi - e non per mera descrizione - lo stesso effetto. 
 
La spirale, d'altronde, è duplice simbolo che, in una ricongiunzione degli opposti, può significare allo stesso tempo unione con il porprio sé profondo e uscita dallo stesso per cogliersi come particella di un TUTTO  in cui siamo immersi. 
E questo si percepisce con chiarezza in questa poesia che ha dei tratti sapienziali, pur se fondata su una scelta stilistica di semplicità che si accorda bene con l'orecchio di chi non ha mai praticato il significato sacro della danza (e della parola).
 
Ed, evidentemente, siamo di fronte ad una sapienza che affonda le sue radici nella duplcie esperienza della poeta nella danza in questione e nel flusso, altrettanto danzante, della parola. 
Una poesia questa, quindi, che ha, per chi vi scrive qui, un forte odore di una spiritualità che sorge dal corpo, forse senza tante mediazioni mentali, senza sovrastrutture linguistiche non necessarie, e, per questo motivo, semplice (nella sua accezione più nobile), ma mai facile.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati
 
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Samâ
di Maristella Tagliaferro

S’alza una nota
dal flauto nay,
vibra nell’aria,
ruotando
disegna
una spirale.

Dal soffio
del derviscio
arrivano
altre note,
la sospingono
nell’etere,

a tracciare
un arco
ampio
e luminoso
che ricade
in un altro universo.

Lì, le note
arrivano
come semi di Luce,
si poggiano sul terreno,
a breve
germoglieranno.

Ruotano
i danzatori
seguendo
il ritmo dei tamburi,
ora lento
ora veloce.

Nel vortice
della danza
le cellule
si purificano
fino a vibrare
lucenti.

Roteando,
il mistico ammira
un fuoco
ardente e puro,
un bagliore
che ascende.

Libera
il suo cuore,
lo fa emergere
dal pozzo
della materialità
per elevarsi

ad incontrare
la Luce d’Amore
che tutto crea.

Immagine pubblicata in


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NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE
Maristella Tagliaferro nasce a Verona e sceglie di vivere a Venezia per amore della laguna e della sua storia. Ama Rumi, Dante, Shakespeare, Blake, Pushkin, Dickinson, Lorca, Hickmet. Le sue poesie più recenti sono pubblicate in Maristella’s Substack  e in vari canali online.
Pratica la danza mistica Samâ da oltre due decenni.


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