Sei poesie inedite di Alba Toni - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 

Siamo lieti di poter pubblicare sei poesie inedite della poeta Alba Toni, già apparsa su queste pagine. 
La poeta ci presenta una scrittura che fa della assenza di struttura prefissata il suo cardine, quasi a voler instaurare con il lettore un rapporto monologico. 
Leggerla, a parere di chi qui ora vi scrive, crea la sensazione di essere di fronte ad una narrazione che, pur rispettando ogni canone della contemporanea poesia, porta con sé dei tratti narrativi tipici del monologo; un dirsi per permettere al lettore di ricordarsi di .
Per il lettore l'effetto di trascinamento risulta del tutto evidente e si trova rivivere nelle esperienze, nel mondo psicologico che la poeta gli descrive, tratti della sua propria esperienza e vissuto che, in quanto universali, per ognuno di noi si colorano di "nuances" differenti.
E proprio le incursioni di terminologie della lingua d'oltralpe rende le composizioni dense di richiami a mondi limitrofi al nostro, eppure diversi. 
In altre parole la scrittura di Alba Toni sembra situarsi, e con una sicura maestria, in quel limbo fertile che sta tra la descrizione del sé e lo stimolo a scoprire un altro da sé non lontano, né trascendente, ma prossimo ad ognuno di noi; un poesia, in altri termini, fortemente evocativa per il lettore, che scorrendo i suoi versi si trova alle volte a increspare il viso con un sorriso e altre a interrompere la regolarità della sua respirazione con un sospiro, denso di ammirazione.

Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

1
La petite siamo noi. L'isola dell'Infanta (la Grande)

Talvolta di cammino lungo incerto pericoloso
e gambe rannicchiate.
Molto spesso spaventoso e affascinante.

Così è stato da piccola.
Grande e Fadette.

L'ha incontrata finalmente quella libertà di ruotare
cancellare e ricreare
una eccezionale vastità di sogno.
Tra i fuochi fatui io preferisco il mare.
Eppure i monti
i monti mi seducono ora
mi trascinano in uno smembramento del corpo
che sarà menomazione lo sento
(deboli ossa sole al tuo posto ma vive ma vive)
quasi una prefigurazione.
La petite che non muore.
La petite fille qui ne meurt.

2

Quando mi hai salutata c'era troppa folla intorno
e c'è ancora.
Buttata lì tra i fogli e la stilografica
quasi non sembro io
e il mio punto così accademico
ha ancora il segno correttivo
e i tratti della tua parola decisa.
E quindi che forse non mi volevi bene?
Più della vastità del cielo immenso.
Più dei granelli di sabbia presenti nelle sabbie del mondo.
Estensioni incalcolabili.
Domani volterò la schiena e la faranno a pezzi
tutta sezionata sarò immobile ma parte viva e costitutiva.
Mentre invecchierò inesorabilmente
guarderò anche alla ragazza che avete lasciato indietro.
Per lei piango a volte
per tutta quella strada vuota e composta
nello spazio e nel tempo.
Avrò porzioni frammenti frantumi di voi
ognuno associabile a ciascuno.
Avrò compiutezza e terra
che scivola dai muri sulle scarpe.
Un nuovo saluto che non mi spersonalizzi quando vi dirò
credo di avere perso qualcosa quel giorno
mi è sfuggito
e non si può ignorare il vincolo del sangue.
Era di sicuro il mio elemento l'acqua che divora.

3

UN INIZIO

È la prima volta
che non cerco
sinonimi o significanti
che evochino circoli chiusi.
Torno tardi e non chiudo le porte dietro di me.
Ho già blindato due o tre marcatori indelebili
i segni sono scomparsi subito col rosa
molto rosa ha annullato
il sintomo
intanto che tirava la schiena
si stringeva la massa muscolare
e intorno la polvere
ci chiamava.
Siamo corsi in strada di notte
e dal cielo cadevano petali
gli occhi miei nei tuoi e lacrime di perle
tra le mani sui polsi sulla carne
bruciata
sui vestiti.
È stata la prima volta e abbiamo pianto.
L'uno nell'altro
di notte sugli archi sui chiodi.
Meno per te per me fu
un inizio.

4

Forse inelegante ma altissima
nell'essersi piegata ha preso il
volo.
Quando cammini nei cunicoli e nelle piaghe
non senti il freddo
e il verde ti colora.
Acqua sì hai detto
e già la morte ti stava dietro l'angolo.
Ma tu morivi e rinascevi martire e bianca
nei desideri di tutti
e stavi sopra noi
sotto la terra umida
di pioggia.

5

Questa guerra che non ha aggettivi
fermati fammi sentire il cuore
nessun ristretto nella loggia
nessuna svolta sul lucernario
nessun sentimento
come si ama il buio di stanotte
si ama la lanterna e si ama il salto
si condanna l'operazione a cielo aperto
la milza timida la laparotomia
che non ha punti e non ha colore il sangue.
Oltre le colline del confine e i corvi
gli uccelli tutti neri e gli sciacalli
oltre il viaggio
il ritorno
la lancia e la bottiglia dentro e fuori
i tuoi occhi mi guardano tristesse
di aceto di grani e di catene.
Popolo mio che male ti ho fatto
dici in due tre strofe
fintanto che strisciando dalla vita
mi avvicino troppo a te ti annuso
e sempre e poi e per sempre
mi perdoni.

(TRISTESSE)

6

Su un letto che potresti essere anche tu che mi sorreggi
un mistero questo dolore che mi hai messo dentro
una cancrena un tessuto unicellulare tra le stelle.
Qualcosa con te che se ne va e che torna
un punto
un sorriso vecchio di anni scomparso nell'ora di notte
che mi prende
e il buio che si infila in fasce basta poco
per sentirsi quattro rossi e uno sguardo
il mondo che era fermo su un dirupo
e noi tutti giù
vivi di nuovo
già da un'altra parte.

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NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE
Alba Toni nasce a Roma, città dove attualmente vive e insegna presso la scuola dell’infanzia comunale.
Suo fratello Alberto Toni scomparso nel 2019 è una delle voci più importanti della poesia contemporanea, in sua memoria e per affinità di formazione inizia essa stessa a scrivere in modo stabile e continuativo.
Suoi testi sono stati pubblicati su riviste, blog letterari e Antologie.
Nel febbraio 2024 si classifica in seconda posizione alla prima edizione del Premio letterario Nina Maroccolo, sezione poesia.



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