Innamorarsi (un ricordo) - Oblivion
All'inizio fu stupore,
pronuncia lenta sottopelle
di un nome — il tuo —
e testimonianza
della mia presenza
all'erosione di un muro
a secco — il mio.
Per questo strusciavo
i piedi sull'asfalto milanese
alla ricerca di un'appoggio
che mi permettesse
voli planati nel tuo cielo
color avorio e porpora.
I miei astucci, le penne,
le chine e gli inchiostri
— per te inutili zavorre
al tuo dire unico —
erano la mia ossatura
cava e fragile,
a sostegno alla mia balbuzie.
E anche ora,
— ai piedi del monte
della disillusione,
sul crinale stretto dove ripeti
l'ossessione senza fine
dei tuoi barbari "io, io, io" —
pronuncio formule
che non danno risposta.
Resta la parola
— quella che mai
hai voluto accogliere —
a fare da eco
nel silenzio delle mie valli.
[Si fa ogni giorno
più denso, sai,
un odore acre
di rinascita al mondo
che tu hai voluto rifiutare]
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