Poesie inedite di Melita Ruiz (Emanuela Maggini) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 
 
È sempre un piacere incontrare delle scritture che dal corpo partono e al corpo stesso tornano trasformate. 
Ho potuto spesso notare in chi unisce la pratica della danza, ad esempio, a quella della scrittura un legame molto stretto che si declina, a seconda delle inclinazioni differenti del/della poeta tra l'esperienza del corpo, inteso come identità in movimento e la traduzione dell'intimità di un gesto in parola.
Persino il pensiero retrostante a quelle composizioni, che fanno della sinestesia molto spesso il campo espressivo e retorico precipuo,  appaiono positivamente condizionate da una profonda conoscenza gestuale e corporea, prova questa che i mutamenti avvengono sempre in entrambe le direzioni: dal corpo alla parola e dalla parola al corpo stesso.
È sicuramente questo il caso di Melita Ruiz nome d'arte della poeta e danzatrice di tango Emanuela Maggini – di cui ci onoriamo di proporre tre poesie inedite.
Sono poesie molto differenti tra loro per contenuto, stile espressivo, ritmo ed ensemble retorico/lessicale, eppure in tutte si percepisce la stessa voce che pare suggerire al lettore una rilettura più attenta e mai frettolosa. 
Sono poesie in cui, come in Mi lega a te, di cui proponiamo anche la video lettura dell'autrice, persino l'elencazione stretta in versi brevissimi assume per chi la legge  una funzione di risveglio.
Sappiamo bene quanta maestria occorra a rendere poetico un accapo serrato, un elenco di elementi che, "prima facie", appaio tra loro disgiunti, e quanta abilità occorra per far scoprire al lettore poi il filo rosso che quegli elementi unisce. 
In questo Melita Ruiz dimostra ogni capacità e una piena maturità che la rende una poeta molto interessante e sicuramente da seguire nel panorama contemporaneo. 
 
Lo stile poi cambia non poco nella poesia Restano solo fiori in cui la poeta lascia rivivere la memoria di un momento tragico (la strage di Fidene).
Qui l'accapo iniziale, anch'esso molto serrato, rende appieno, e già sin dall'esordio, un senso di angoscia per ciò che resta (solo fiori per l'appunto) oltre il nostro sbigottimento per un atto barbaro. 
I fiori, simbolo imperituro della delicatezza della natura, sminuiti da quell'avverbio (solo), divengono quindi un monito, ché forse non basta  la memoria e nemmeno il pianto.
Resta in chi la legge un silenzioso, incredulo silenzio di zittimento che nessun simbolo di delicatezza è capace di rendere meno opaco. 
In Sipario, poi, la poeta manifesta in pochi brevi versi una lieve ironica attitudine non priva di graffio e capacità di strappare un sorriso a chi ben sa che dietro quel sipario, ed anche davanti, c'è la vita di tutti noi che vorremmo fosse spettacolo e non solo la reale conta delle nostre miserie e delle nostre altezze. 
 
Per la Redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati 

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LE POESIE
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Sipario

si apre il sipario
signore e signori
ne scelgo solo alcuni

perbenisti benpensanti
lascio fuori
e mi tengo tutto il resto
 
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“Restano solo fiori”
(in memoria delle vittime della strage di Fidene)
 
Restano solo fiori
In fila
Immobili
Indifferenti
Era una domenica assolata
di dicembre
Era “Il Posto Giusto “
Per riunirsi, per sparare
tra l’incredulità degli astanti
Che videro una pedina dietro l’altra cadere a terra
E rimasero sgomenti
Corse voce in un istante
ed ecco i giornalisti in un valzer di interviste

Passavano i giorni tra pieni e vuoti di coscienze …

Ma oggi nel “Posto Giusto” è un giorno nuovo
non ne parla più nessuno
Non c’è più rumore, non c’è più dolore, non c’è più niente
Restano solo fiori
In un deserto di emozioni
In fila
Indifferenti
Tra il silenzio dei passanti

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Mi lega a te

Un tramonto
un faro
un incontro
un abbraccio veloce

tanto sole
dune e vento

di scirocco
di parole

quel bacio perfetto
mi lega a te
come il punto più alto di un amore incompiuto
che non è esistito mai

rivedo ancora lo stesso orizzonte
lo stesso mare
di sempre
delirante

dove ogni anno
alzo gli occhi a un cielo estivo
luminoso e celeste
come il tutù delle ballerine di Degàs

così tutte le volte mi siedo e cerco
scenari nuovi
ma rivivo sempre quelli
lì, dove il cielo appare chiaro limpido splendente
troppo alto per me

intanto il tuo silenzio parla ancora
oggi più di ieri
mentre il cielo piano piano si scolora
si oscura
m’abbandona

Video lettura de "Mi lega a te" della stessa poeta
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Melita Ruiz è il nome d’arte ricevuto da Emanuela Maggini nel 2022 alla fine del suo percorso professionale come ballerina di tango argentino.
Nata a Roma, fin dall’adolescenza coltiva la passione per la danza classica e moderna per poi approdare al tango, la sua folgorazione.
Per cinque anni segue un training professionale col maestro e coreografo argentino Mauro Barreras che la sceglie nei corsi regolari della sua Accademia.
Negli anni diverse partecipazioni: “Tre piani” di Nanni Moretti”, “La forza delle donne” di Matilde Brandi, “Amori e Passioni “di Beppe Costa dove si esibisce in un tango insieme a Barreras.
Dal 2010 per passione e per diletto inizia a scrivere poesie; ha pubblicato:
Il padre di tutte le virtù” edito dall’Associazione culturale Darmatan confluita nell’antologia poetica “Una poesia nel cassetto” (2010); “Tenero ricordo” inserita nella raccolta “Diglielo al vento - Donna in poesia” (2011).
Pochi anni più tardi altri componimenti saranno pubblicati in una collana di poeti contemporanei dal titolo “Sentire” (2014) e “Luci sparse” (2023).
Nel 2023 viene invitata nel salotto di Plinio Perilli, famoso poeta e critico letterario; più tardi grazie a un amico comune incontrerà il poeta, editore e scrittore siciliano Beppe Costa.
Inizierà con lui una collaborazione artistica: quattro video poesie dal titolo “Restano solo fiori”, “Primo Maggio in un caffè”, “Mi lega a te”, “Odorare d’amore”, scritte da Melita e interpretate dallo stesso Costa; tali poesie si possono ascoltare e leggere consultando il canale Youtube di entrambi gli autori.
Nello stesso anno, come curatrice dell’evento “Amori e Passioni” l’autrice riesce a combinare tango e poesia; la serata vede anche la partecipazione straordinaria del musicista brasiliano Marcos Vinicius.
È laureata in archeologia classica all’Università “La Sapienza” di Roma.
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