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Visualizzazione dei post da 2025

(Redazione) - Dissolvenze - 42 - Quel che resta di Jo

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  di Arianna Bonino Josephine Verstille Nivison, detta Jo. Nasce in una domenica di marzo, a New York, nel 1883. Eldorado, pianista e professore di musica e la moglie Mary crescono Josephine seguendo una visione moderna e stimolandola alla lettura e all’arte. Jo prende anche lezioni di danza e sviluppa una sempre crescente sete di conoscenza. Legge appassionatamente, studia latino, storia, letteratura, filosofia, psicologia e si diploma all’istituto d’arte. Dopo il diploma, inizia a frequentare la New York School of Art. È qui che conosce Robert Henri, pittore ben noto per la sua visione antiaccademica e innovatrice e per la rivoluzionaria inclusione in pittura dei “temi urbani” trattati in modo non convenzionale, ben rappresentati dal Gruppo degli Otto che, sotto la sua guida, espone alle Macbeth Galleries di New York nel 1908. Di Josephine Henri realizza un ritratto dal titolo emblematico: “ The art student ”. Piccola, bruna, insolita , Jo. E con i pennelli, pronta a riprendere a...

(Redazione) - Fisiologia dei significanti in poesia - 12 - Ad oggi le teorizzazioni in poesia puntano al…

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  di Giansalvo Pio Fortunato   Fisiologia dei significanti in poesia implica un dirottamento: se c’è un’estetica, ipoteticamente anche degna del migliore dei manifesti, questa è supportata da una certa descrittività dell’atto poetico che pare scientifica, pur non essendolo. In tal senso, prima di continuare il nostro percorso, credo sia opportuno rimarcare come vi siano due sostanziali modalità di relazionarsi al motivo costitutivo della poesia. La modalità, assolutamente fascinosa, velatamente ermeneutica, scambiata per modalità fenomenologica, e la modalità parzialmente fenomenologica, pur sempre fenomenologica. Ed è qui che, necessariamente, ci si sofferma su un approccio intellettualistico alla  poesia e sull’esigenza di teorizzazioni, rilevanti per una storia ed una vita della poesia  stessa. Faccio notare, come piccolo intra-inciso, che questo specifico appuntamento  mensile vuole necessariamente rallentare i ritmi di prosecuzione descrittiva attorno...

(Redazione) - Amerinda - 02 - Roberto Fernández Retamar: la tenerezza della rivoluzione

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  di Antonio Nazzaro Storia, tempo, poesia: giocheremo un’altra volta queste carte. Non so se si usa iniziare un articolo con un’epigrafe però il poeta di cui mi accingo a parlare ha segnato un punto di non ritorno nella poesia cubana. Retamar ha postulato i nuovi luoghi della poesia cubana e messo in crisi le forme della poesia pre-rivoluzionaria. In un breve testo del 1959 intitolato “Altra uscita del Don Chisciotte” afferma: La poesia oramai non si confeziona laboriosamente in matrimoni segreti tra la pagina bianca e il sogno schivo, ma diventa l’incredibile quotidianità della nostra vita” e poi ancora: “negano la libertà e la verità della poesia: gli “enigmi”, si capisca quelli falsi e gratuiti; “le borie barocche; “le bolle del sogno” e la “acute audacie”. E chiude il discorso con questa frase con: “Da subito, all’iniziare l’anno, è iniziato il regno dell’evidenza”. Il primo di gennaio del 1959 Retamar scrive questa poesia: 1   L’altro (Gennaio 1. °, 1959) Noi, i sopravvi...

(Redazione) - Anfratti - 03 - "Ancora è possibile andare" - Poesie inedite di Alessandra Brisotto

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di Alessandra Brisotto Acrilico su carta di Alessandra Brisotto ______ Ancora è possibile andare dove la sabbia si scioglie al confine tra il sale e la pietra prima del flutto più duro che ci riporta al largo esattamente al punto in cui si immerge il sole Ancora è possibile andare ______ Voi tutte parole in viaggio, avete assunto una forma, un colore, una voce, che vi rende diverse. Voi sparse ovunque, nell'oggi e nel poi, tornate, vi prego, tornate, ridatemi forma. ______ Ciò che si vede Il cuore non mi piace, non mi piace più. Mi fa pensare a una carcassa, al concime per le piante, a un meccanismo che si spegne, si deteriora e muore. Preferisco l'anima. ______ La crepa Si è aperta un giorno ma non so quando Traspare il primo vagito, forse d'estate una radice forte, larga più o meno un dito Il primo raggio di sole

(Redazione) - Genere In-verso - 19 - Di alberi, di popoli, di poesia.

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    di David La Mantia Immagine del Cosmo come ente vivente, in continua nascita e sviluppo, l'allegoria della vita nella sua totalità. Per questa ragione era adorato presso quasi tutti i popoli di ogni luogo e tempo: querce, frassini e tigli erano oggetto di culto presso Celti e Normanni, fichi, melograni e olivi spiccavano simbolicamente nel bacino del Mediterraneo. L'albero cosmico trae le proprie radici nel cielo e nel ventre della terra, vivificandola con la linfa celeste. È un momento panico, sciamanico. Va ricordato che presso Zoroastro i suoi rami corrispondono ai cinque elementi: l'etere, l'aria, il fuoco, l'acqua e la terra. Agli alberi erano associate molte antiche divinità cosmogoniche come Osiride (cedro), Giove (quercia), Apollo (alloro), Diana (nocciolo), Minerva (olivo). Anche la Vergine Maria è paragonata all'albero della salvezza, dal cui frutto nasce il Redentore. Il Libro della Genesi colloca dentro il giardino dell'Eden l'albero dell...