Poesie inedite di Roberto Casati - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 


Siamo lieti di poter pubblicare su "Le parole di Fedro" alcune poesie inedite di Roberto Casati, poeta di grande esperienza e vitalità, la cui scrittura si situa, a parere di chi qui vi scrive, nei territori di confine tra ricordo e simbolo, tra richiamo ad un "lirismo tenuto" e affondi in domini in cui il corpo assume ruolo centrale di protagonista.
Una scrittura quella di Roberto Casati che porta con sé una certa sobrietà tipica della storica "linea lombarda" ma allo stesso non disdegna immersioni in una quotidianità portatrice, come sopra si diceva, di simbolo e richiamo. 

Poesia, quindi, in cui pare di poter percepire come cardine imprescindibile quello di una "tenuta" della tensione dal primo verso all'ultimo, senza picchi e virtuosismi eccessivi, ma che, per l'appunto, fa proprio di questo stare in medias res, nel costante richiamo alla sobrietà della parola, il suo punto di forza principale. 
E, a nostro avviso, questo è dono raro nell'attuale panorama poetico, in cui appare sempre più marcata la ricerca di impressionare il lettore, invece di accompagnarlo parola per parola, come invece fa con maestria il poeta che vi proponiamo, alla scoperta dell'incidenza dell'altrui parole nel nostro luogo più intimo e celato. 

Una scrittura dunque, quella di Roberto Casati, capace di "lasciar spazio" al lettore affinché incarni infine, e con evidente per lui soddisfazione, la sua funzione principale, a parer nostro: completare il discorso e il percorso poetico che legge all'interno di un Sé arricchito e stimolato dall'incontro col verseggiare. 

Per la Redazione de "Le parole di Fedro"
il caporedattore -  Sergio Daniele Donati

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I TESTI
 


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Indago sul fragile vento
raccolto in passi di intransigente attesa
senso divaricato delle parole
nel perimetro del tuo giardino.

Oggi il sole è tornato
lieve carezza leggera dall’orizzonte
respiro che accogli senza orgoglio
in attesa di riprendere il viaggio.

Verità del già detto
in sciolte lacrime tradite di malinconia.

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Anima di segreti spezzati
rovinata dalle assenze,
pagine insincere, gesti nella bufera,
baci chiesti e perdoni non dati,
sanguinando all’ultima tregua.

Il corpo di Cristo
concima amore nel gelo di parole,
logore emozioni del cuore in agonia,
attenzione calpestata,
tremante voce in cerca della pace.

Dolce è il tuo sorriso
quando allontano da me il male.

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Seduto davanti al ritardo
attraverso ciò che domani
sarà improbabile,
guardo i tuoi occhi
cercarmi di traverso.

Ti aspetto
e il gioco già fragile delle foglie
ruba passi alla notte
accarezzandomi
come solo una mamma.

Non riesco a trattenerti
fragile penombra senza altra grazia
che brucia fili d’erba
sciolti nodi di una stagione
perduta nell’ultima neve.

Scalfito muro in agonia
logore sensazioni di un cuore malato.

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È arrivata la notte dei lumi spenti,
delle candele diventate rami di gelso
nella stagione invernale,
angeli in attesa del tuo primo abbraccio.

Si lamenta il vento correndo sui prati gelati,
con parole impronunciabili che non ho mai saputo
guardavo volare via i tuoi occhi,
il tuo sorriso, nell’urlo dell’anima.

Tu sorella mia seduta sulla panca
lacrimavi cercando le mani che non ci abbracciavano,
quel minuscolo sorriso
che traspariva sul viso freddo.

Accendo il lume,
guardo alzarsi il sole dal suo letto, lo guardo
andare incontro all’incerto sguardo
di brevi ombre dalla linea del giorno.

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È leggero il mare stasera
scorre nella sabbia fragile
ripulendo gli ingranaggi della vita
bianco e nero resta
lo sfondo solitario del tempo.

Senza differenza
tra giorno e notte aggrappate al vento
scivolano con un rumore tetro
gocce di pioggia sul vetro opaco
sogno mancato dell’anima.

Ti cerco seduto qui
in questo gioco di pensieri abbandonati
mentre proteggo le ultime parole
ed è ancora l’acqua
a ripulire il mio sguardo profondo,
il tuo cuore steso ad asciugare.

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Questa fragile cronaca
dalle precedenti barbarie
tenta di fuggire dalla piega del foglio
come una raccolta di vocali mancanti
nell’atto di inseguire
il senso antico delle parole.

Sul tuo volto scava il non detto.

Oltre il segno dell’ultima ombra
si dissolvono le preghiere della luna
come un silenzio mancato
davanti alla linea degli sguardi
dove giocano mazzi da scala
in cui mancano i cuori.

Così mi sento in queste sere.

Allora cerco esilio
in un film in bianco e nero
colorandolo con la mia fantasia
rubando un poco di profumo
alle tue labbra
con ciò che resta del bacio di ieri.

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Le nuvole sopra il granaio
raccoglievano i suoi passi stanchi
nel campo di spine e neve
nascosto dall’ultimo fuoco del forno
mentre il fumo colorato
di numeri in carne ed ossa
raccontava al mondo
il dolore dell’andare inutile dell’altalena.

Nessun bimbo a dondolarsi felice,
nessun vento a coccolare i sogni
a lasciare carezze
sui capelli rasati nel viaggio finale.

Non ci sono ancora le farfalle
ma nel taciuto avamposto della cenere
è dolce il profumo del mare.

Come un attimo indisciplinato
scivola stanca la promessa alla tua sposa
un viaggio di sogno
nel chiedere asilo al domani con nuove parole.

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Le tue calze a rete
sono la mappa di un mondo antico
il fragile sguardo
a protezione dell’anima
mentre m’incammino
quasi scivolando sulla nuda terra
e il vento non placato
circonda il sapore oscuro dell’amore.
Mille baci hanno lasciato
tracce di me sul tuo corpo
mentre giocavo con i tuoi capelli
e l’aria giovane dal mare
incrociava pensieri nel controvento.
Illudendo ancora una volta
l’ombra predefinita del cuore
l’orgoglio abbandonato con un tatuaggio
sulla tua schiena.

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È un giorno
che la fatica segue i pensieri,
sulla pelle tutto si fa chiaro ed evidente.
La festa allunga sorrisi
sul viso della ragazza
che mi cammina a fianco.
Maggio sposta le nuvole
e nel bagliore che da lì nasce
sbocciano papaveri sulla riva.

L’uomo con il foulard rosso
li protegge con la mano,
adesso viene vento e poi ancora pioggia.

Domani andrà lontano
ricorderà le labbra della ragazza
sfiorandosi l’ultima ruga sulla fronte.

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I miei pensieri
incrociano le nuvole
e tracciano solitudini sulla spiaggia

fermi all’angolo
svoltano gli sguardi
e sulla linea degli scogli fugge la bimba

bastarda è la vita per un cane alla catena.
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NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE
Roberto Casati è nato nel 1958 a Vigevano (PV) dove tuttora vive.
Ha pubblicato le raccolte di poesie: Amore e disamore (Edizioni Lo Faro Roma - 1984), Roma e Alessandra (Edizioni Tracce Pescara - 1986), Coincidenze massime (Edizioni del Leone Spinea - 1988), Ipotesi di fuga (Edizioni del Leone Spinea - 1992) il cui inedito è stato segnalato al Premio Montale 1991, In navigazione per Capo-Horn (Edizioni del Leone Spinea - 1999), Carte di viaggio (Guido Miano Editore Milano - 2016), Appunti e carte ritrovate (Guido Miano Editore Milano - 2020), Come armonie disattese (Guido Miano Editore Milano - 2024), Oltre la linea dell’aquilone (Fara Editore Rimini – 2024).
Ha pubblicato testi in varie antologie, tra le quali: Trame della parola (la nuova poesia italiana degli anni ’80) a cura di Antonio Spagnuolo (Edizioni Tracce Pescara - 1985), Discorso diretto – Quaderno 12 a cura di Paolo Ruffilli (Canova Treviso - 1986), Quaderni paralleli di nuova poesia – 2 (Guido Miano Editore Milano - 2000) con una introduzione critica di Enzo Concardi, Ogni sguardo su Milano a cura di Giuseppe Carlo Airaghi (Chiare Voci Milano – 2024), Sulle orme di Kafka a cura di Novella Capoluongo Pinto (UniversoSud Edizioni Potenza – 2024), Precipitare nelle stelle 2 a cura di Emir Sokolović con traduzione in lingua serbo/croata (Planjax Sarajevo – 2024).
La sua attività poetica è recensita in vari repertori letterari pubblicati da Guido Miano Editore: Scrittori Italiani del II Dopoguerra. La poesia contemporanea (1997); Angeli e Poeti. Quaderni di letteratura e arte, vol. 8 (2004); Dizionario Autori Italiani Contemporanei (quinta edizione 2017); Contributi per la Storia della Letteratura Italiana, vol. II (1998), vol. III (2004), vol. IV (terza edizione 2020); Alcyone 2000. Quaderni di poesia e di studi letterari, vol. 14 (2021).
È stato redattore, negli anni ‘90 della rivista Post Scriptum (Edizioni Tracce, Pescara), direttore Ubaldo Giacomucci.
Ha poi fatto parte del Consiglio Editoriale di Opera Prima (Cierre Grafica, Verona), progetto che dal 2003 al 2019 sotto la direzione di Flavio Ermini ha prodotto 40 volumi di poesia ad autori esordienti, attraverso una selezione effettuata tramite la partecipazione ad un concorso poetico.
Suoi testi sono pubblicati su diverse riviste e/o portali che si occupano di poesie, tra cui: Controverso, Fare voci, Il Convivio, Il sarto di Ulm, Kenavò, La Nuova Tribuna Letteraria, L’irregolare magazine, Menabo online, Metaphorica, Nuova Euterpe, Pane e quotidiano, Poesia ultra-contemporanea, Poeti e poesia, Poeti oggi, Poetrydream, Settegiorni, Spiragli.
Hanno scritto della sua poesia, fra gli altri: A. Coppola, F. Piccinelli, G. Barberi Squarotti, M. Ferrante, A. Cappi, P. Ruffilli, P. Codazzi, N. Di Stefano Busà, R. Carifi, G. Ladolfi, G.D. Mazzocato, G. Miano, E. Concardi, N. Pardini, E. Dalla Libera, R. Piazza, G.A. Palumbo, D. Martinez.
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