(Redazione) - Muto Canto - 19 - Per il nuovo anno, una parola: "LEGGEREZZA"
Il
6 giugno 1984 Calvino fu ufficialmente invitato dall’Università di
Harvard a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures…1
Leggerezza,
la prima delle sei Conferenze basate sulle connessioni
invisibili.
“Se
volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo
millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del
poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando
che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre
quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa,
aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte,
come un cimitero d’automobili arrugginite…”2
Un’esplorazione
sul senso creativo dell’alleggerire, togliere volumi e spessori al
vivente e, anche, all’universo simbolico del linguaggio e delle
strutture narrative. Alleggerire le forme. Lasciare evaporare il peso
per contenerlo, poi, rinato in leggerezza. Trasparente condensa di
vapore che coglie sintesi e sedimento di complessità.
Quella
di Calvino è leggerezza scardinata dallo stereotipo della banalità,
semplicità. Calvino indica una Leggerezza come punto d’arrivo
perché punto di svolta capace di farsi carico della propria ricerca
e del proprio universo creativo.
Il
passaggio generazionale di Calvino lo situa all’interno di un
cambiamento radicale dell’idea di realismo e di rappresentazione di
sé e del/nel mondo. Il mondo messo al mondo aveva, ancora, per molti
aspetti, la possibilità di essere ritratto in scatti sintonici tra
esistente e rappresentazione. Lo scatto di Calvino, all’interno di
questa Conferenza, è tutta centrata nello snodo di un divario:
sfuggire dalla pesantezza dello sguardo sulla realtà evitandogli di
potersi innervare nel proprio flusso di scrittura, irrigidendola.
Cosa
accade allorchè ritraiamo la realtà guardandola ma, al contempo,
distorcendo lo sguardo verso l’universo del mito? Quali possibilità
apre lo sguardo allorchè si alleggerisce in un altrove capace di
rinforzare senso?
In
questo snodo della Conferenza si apre, in me che leggo oggi
Leggerezza,
la bella presenza di un punto di vista che va a differenziarsi
dall’altrettanto notevole scavo fatto da Ghiannis Ritsos su poesia
e mito. Calvino si sofferma sulla complessità dello sguardo che pone
attenzione al mito senza interpretarlo. Ritsos allarga azione dello
sguardo, della parola e dell’orizzonte con quel passaggio fondante
e fondamentale che è la Quarta Dimensione. Entrambi i punti di
svolta convergono nel tema della leggerezza intesa come spazio di
sedimentazione dell’esperito in letteratura e di rilancio della
propria posizione in essa.
Calvino
e Ritsos animano la parola evitandole deriva nella pietrificazione.
Il mito come universo simbolico verso cui orientare significato al
fine di evitare quella visione diretta che imbozzola, appesantisce.
La
riflessione apre sul tema dell’universo dei mostri che abita il
mito e che rende possibile la nominazione di pesanti e potenti
questioni riguardanti l’esistenza e l’etica.
Il
passaggio di Calvino su Ovidio delle Metamorfosi,
rinforza ulteriormente il passo sul senso della leggerezza
incrociandola con il tema della fragilità. Prende corpo uno sguardo
altro in cui accade la delineazione di una visione differente
dell’umanità, del passaggio epocale che la intruglia nella nostra
contemporaneità, la ricerca di un universo altro in cui dare casa al
pensiero. La Leggerezza come approccio differente alla conoscenza
grazie ad un’altra sottrazione di peso, quella mostrata da Kundera
ne L’insostenibile
leggerezza dell’essere in
cui compare un’altra forma di pesantezza verso cui opporre
resistenza: la costrizione.
“E’
legittimo estrapolare dal discorso delle scienze un’immagine del
mondo che corrisponda ai miei desideri? Se l’operazione che sto
tentando mi attrae, è perché sento che essa potrebbe riannodarsi a
un filo molto antico nella storia della poesia…”3
Possibile
provare a pensare ad una storia della dissoluzione della pesantezza
verso la leggerezza in letteratura?
Possibile
pensare ad una poesia
dell’invisibile
in cui i segni dell’imprevedibilità, della deviazione dalle rotte,
della mobilità della materia trasmutata sia dato d’attenzione al
cambiamento evolutivo? Come, dunque, non nominare il De
Rerum Natura di
Lucrezio, opera poetica tutta incentrata su alleggerimento, mobilità
estrema, ricerca di direttrici multiple per una materia consegnataci,
da molti filosofi classici, come immobile, data una volta per tutte
nelle sue forme? La leggerezza svela nuovo in divenire nelle forme
dei viventi?
Dissoluzione
della compattezza e suo rapporto con la conoscenza divengono nodo
della Conferenza.
Inarrivabile
la disquisizione su Cavalcanti poeta
della leggerezza.
Al tema della leggerezza Calvino associa quello del movimento
e dell’essere vettore
d’informazione.
Questi i due attributi che rendono il cuore del tema della leggerezza
come possibilità di definire un universo altro della consistenza.
Nell’esplorazione calviniana emergono i due sentieri differenti che
impregnano le vocazioni “letterarie”: dare-togliere peso,
Cavalcanti e Dante come nodi d’origine del processo-forma
letteraria europea, una sorta di opposizione pronta essa stessa a
sgusciare via e trasformarsi. Le virtù della Leggerezza trovano in
questa Conferenza un fondamentale ed imprescindibile approccio. Su
virtù e leggerezza apriamo questo 2025.
“Credo
sia una costante antropologica questo nesso tra levitazione
desiderata e privazione sofferta. E’ questo dispositivo
antropologico che la letteratura perpetua…”4
________
NOTE
NOTE
1
Italo Calvino Lezioni americane Sei proposte per il prossimo
millennio, Garzanti 1988 pg 3
2
ivi pg 13
3
ivi pg 10
4
ivi pg 28
Ottimo sqggio-post che focalizza e compara
RispondiElimina