Tre poesie estratte dall'opera di Annamaria Ferramosca "Luoghi sospesi" (Puntoacapo ed.) - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

 

È un vero piacere per noi poter pubblicare, in estratto dell'opera di Annamaria Ferramosca "Luoghi sospesi"  (Puntoacapo ed.), tre poesie a nostro avviso centrali nell'opera.
Quest'ultima, che viene definita dalla stessa poeta, con evidente richiamo al registro teatral-muisicale (e musicalità è sostantivo essenziale alla sua comprensione) come  un recitativo in cinque stanze, rappresenta a nostro parere un punto di arrivo maturo e pieno in una scrittura di pensiero e riflessione della quale si sente sempre più il bisogno nella contemporanea produzione poetica. 

Il gioco tra una evidente tenuta linguistica e l'apparato di pensiero che la sostiene, appare del tutto pieno e dinamico e tale da saper creare nel lettore una sorta di effetto di svelamento dell'intera poetica di Annamaria Ferramosca. 
Siamo dunque di fronte a una raccolta capace non solo di donare al lettore ogni piacere connesso a una parola che si dipana con la lentezza ponderata di ritmi antichi, benché del tutto contemporanei, ma anche, e soprattutto, di farne scaturire contenuti pieni di riflessione sul proprio posizionamento di fronte all'espressione poetica.

La domanda che sorgeva, nel leggere questa raccolta, e persisteva poi come tamburo battente, è stata infatti per chi qui ora vi scrive: chi sono io, lettore, di fronte a questa Parola, di fronte a queste suggestioni che colpiscono non tanto il ventre molle di un emozionale senza freno, ma la delicata regione che sta in limine tra emozione e pensiero, tra vissuto e rielaborazione?

Effetto questo che la poeta sa far emergere anche grazie ad un mirabile e particolare uso delle spaziature tra le parole nel singolo verso che creano vere e proprie pause interne al ritmo che si vuole così rimarcare. 

Una raccolta immancabile, a nostro avviso, che dovremmo tutti leggere e, soprattutto, rileggere più volte con attenzione. 

Per la Redazione de Le Parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati

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ESTRATTO DALLA RACCOLTA

sono così misteriose queste cose    mi angosciano
mi danno il mal di testa
forse capirò tutto da grande 
ora meglio non pensarci    meglio
giocare con il gatto bianco 
lui sì     è vero     sento 
il suo calore
mi arriva dritto dentro 
lui sì mi legge nel pensiero
anche lui resta ore fermo a guardare 
di là dal vetro    fuori dalla finestra
forse veniamo entrambi da una stessa stella 
di cui non ricordo nulla
dove     dove eravamo prima
io e il mio gatto?
___
con gli anni s’increspano i capelli 
s’incurva il naso    un po’ troppo sul dorso 
qualcuno sta lasciando
la sua beffarda firma sul mio corpo? 
qualcuno forse vuol dirmi
di una mia rozza primitiva casa
di cui non so
o della mia orfanezza?
qualcuno che – vigliacco – si nasconde 
ha vergogna forse di mostrare
che sa comunicare solo
in questo strano modo
per dichiarare il mio caso irregolare 
di contro alla sua perfezione

ma in fondo è un avviso discreto
quasi un riguardo    non vuol farmi paura
___  
si cresce si canta si studia
si legge Giacomo il solitario
anche lui monade viva o miraggio?

vedo la sua profetica scintilla
baluginare prima tra le mille
che scoccano negli urti neuronali

a imper-versare    a dire 
amaradolce e impenetrabile la vita

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[N.d.R.] Per una esauriente bio-bibliografia di Annamaria Ferramosca è possibile visitare il sito della stessa poeta.



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