(Redazione) - Genere In-verso - 18 - Fantasmi di donne: da confinare, ghettizzare, allontanare, condannare.

 
di David La Mantia

Aldilà delle figure mitiche delle arpie, delle sirene, delle Streghe, delle befane, esistono altre figure femminili disturbanti?
Concentriamoci sugli spettri di donne.
Un modo per esorcizzare la paura del cosiddetto sesso debole, proprio perché tutt’altro che debole? 
Un modo per confinarla in un angolo? 
Non ho risposte certe, ma di sicuro esistono tanti fantasmi al femminile nella nostra tradizione culturale.
La Dama Bianca, ad esempio, è una figura misteriosa e complessa, da alcuni ritenuta una fata, per la maggior parte un fantasma.
Si mostra in genere vestita di bianco nella notte, camminando lentamente con le vesti ondeggianti ad un vento impercettibile; ama per lo più i luoghi solitari come i boschi, le radure, i prati e le brughiere, ma non disdegna i cimiteri di campagna ed i sentieri degli antichi castelli, apparendo tra i merli delle mura. 
I poemi cavallereschi, le antiche cronache narrano le sue frequenti apparizioni, tanto che si ritiene esistano molte dame bianche in giro per tutta l'Europa.
Quasi sempre sono apparse ai principi a predirne rovine e sventure: le apparizioni sono spesso inquietanti o sgradevoli; la visione è accompagnata o seguita da eventi sinistri o presagio di morte.
A volte la Dama Bianca si accontenta di attraversare i luoghi che ama, senza curarsi degli esseri umani. 
Uno dei tratti fondamentali riguarda le melodie che accompagnano il suo passo. 
Particolari alcuni gesti: alcune lavano un panno nel fiume, altre stendono il mantello alla luna; qualcuna siede filando in una torre.
Non sono infrequenti storie in cui s'innamora d'un giovane e si congiunge con questo, facendogli perdere la testa e lasciandolo quasi impazzito allorché si rivela nella sua vera realtà d'orribile spettro. 
Colpisce che la donna di cui Coppi si era innamorato venisse definita con questo epiteto, sempre con l'intento di esorcizzarne la presenza.
Altro personaggio degno di menzione è la Dama del Parco, una figura, accertata a Milano, Palermo e Roma, che vagava di notte nelle vicinanze d'una casa nei pressi di un Parco.
Vestiva da gran signora, con una veletta che le copriva il volto, invitando chi incontrava a seguirla, seducendo per la straordinaria bellezza del suo corpo prorompente.
La Dama del Parco conduceva l'ingenuo passante in un luogo appartato, dominato dal buio e lì lo abbracciava appassionatamente. 
Ma l'eccitazione durava un attimo: abituatisi gli occhi all'oscurità, caduto il velo dal viso, lei mostrava un teschio orribile.
I malcapitati impazzivano, mentre i loro capelli diventavano bianchi.
Qualcuno sostiene che si trattasse della Morte stessa.
L’immagine disturbante della donna si concentra sulla sessualità come un pericolo per il maschio. 
La Dama delle Lacrime ha, invece, altra vicenda, che ricorda quella di Tristano ed Isotta o quelle di Giulietta e Romeo.
È un'amazzone di grande bellezza, dalla corazza sfolgorante, che attraversa al galoppo, nelle notti tempestose, alcuni piccoli borghi italiani, come Dongo. 
Si ode prima un rumore di maglie di ferro che battono il suolo, poi come un lampo passa un cavallo bianchissimo con sopra la ragazza, dal volto sempre triste e piangente. 
Cavallo e cavaliera scompaiono infine nella campagna. 
Si dice che la donna sia stata in passato una damigella di corte promessa sposa a un cavaliere.
Una volta lasciata al castello per motivi di guerra, la ragazza, delusa, si armò e cominciò a combattere in giro per ritrovarlo. 
Sfidata a duello da un cavaliere sconosciuto, lo vinse, ma una volta sconfitto, crudelmente non volle risparmiarlo. 
Quando s'accorse che era quello l'amato che era andata cercando, si trafisse con la stessa spada con cui lo aveva ucciso.
Da quel giorno il suo spirito corre senza pace in eterno.
Un esempio patriarcale della pericolosità del femminile, dei suoi istinti di vendetta, della sua incapacità di accettare passivamente i dettati del maschio.
La Dama Nera, particolarmente ricordata a Trieste, ma anche in altre città di mare, abita di solito in un'antica casa, precedentemente adibita a convento, quasi sempre presso un cimitero. 
Anche qui, si trattava di una donna di grande bellezza, vestita di nero e con un largo colletto bianco.
Chi la vedeva, la vedeva entrare in una camera e restare in ginocchio fino all'Ave Maria della sera.
Una suora, forse, o anche una vedova, di sicuro una esclusa dal mondo.
Altre volte gli spettri di donne ricordano luoghi ed eventi precisi e terribili.
Donn'Anna è un fantasma inquieto e discreto, che cammina per le rovine del suo palazzo incompiuto, chiamato appunto il Palazzo
di Donn'Anna, presente lungo la strada da Napoli a Posillipo.
Si tratta di Donna Anna Carafa, della famiglia del fondatore dell'ordine dei teatini, moglie del Viceré, duchessa di Medina e nipote del Papa Paolo IV. 
La sua idea era edificare un palazzo unico al mondo, ma una malattia la uccise prematuramente.
Oggi vaga ancora tra le rovine di quel suo sogno interrotto.
Qui la donna viene punita per la sua arroganza, per un capriccio che le fa sfidare Dio.
Matera, forse per il suo aspetto irripetibile, propone molti spettri. 
Uno dei più interessanti è quello di Abufina: bionda, vestita di bianco, perennemente affacciata alla finestra o nell'atto di passeggiare lungo il torrente presso cui annegò, nel tentativo di raggiungere l'innamorato Selepino, cavaliere del conte di Chiaromonte. 
Ecco, qui la donna manca al compito stabilito dalla legge patriarcale: l'obbedienza al marito, la mancata attesa del suo ritorno.
Un fantasma apparentemente sereno, in controtendenza, si aggira nella Rocca di Soragna, a Parma: si tratta d'una signora del cinquecento, con abito scuro, ingioiellata, che incede solenne ed osserva di lontano le persone che provano ad avvicinarsi, tanto che pare compiacersi della meraviglia che suscita in chi la incontra. 
È alta, bellissima e tutti la chiamano Donna Cenerina dai capelli biondo-cenere. 
Si racconta che sia l'ombra di Cassandra Marinoni, uccisa nel 1573 dalla sorella Lucrezia. 
Qui si tende ad evidenziare, invece, la crudeltà e la inaffidabilità delle donne Il mare è elemento importante per una sottolineatura al femminile del fantasma. 
A Sorrento, ad esempio, si racconta di una terribile apparizione della dama del Mare. 
A mezzanotte usciva fuori dal mare una dama vestita di bianco, inseguita da un cavaliere tutto nero, che, cavalcando un cavallo nero, provava a raggiungerla ed a trafiggerla, a causa del rifiuto d'amore in vita, un po' come raccontato nella novella di Nastagio degli Onesti da Boccaccio. 
La Donna dell'acqua è invece una strega altissima, che appare a mezzanotte a Paola in Calabria. Cammina rasente i muri, mostrando nella strada un'ombra lunghissima, che terrorizzava tutti. Era usata come spauracchio per i bambini che si comportavano male. 
Due esempi di donne spettro, in cui viene negata o rovesciata la facoltà di accudimento peculiare del mondo femminile, da moglie devota o da madre accogliente.
Altre volte, poche in verità, i fantasmi di donne mostrano aspetti positivi Donna Santàcina a Catanzaro si aggira ancora, camminando senza mai fermarsi e portando sulla testa una brocca piena di monete d'oro. 
L'avrà colui che riuscirà a commuoverla con un atto gentile e disinteressato. Altrimenti morirà. 
La Donnetta Grigia, di piccola statura, si aggira intorno alle case di notte o abita nelle stanze oscure e dimenticate d'una abitazione. 
Tiene sulle spalle una mantellina che le dà il nome.
Tenuta nel dovuto rispetto, questo fantasma si affeziona ed esegue, non vista, lavoretti utilissimi, tenendo lontano dalle case i malanni, gli animali nocivi e guarendo le malattie.
Particolare ed ambivalente la storia di Donna Trisulina, che, da una parte, può ingigantirsi improvvisamente, spaventando chi la incontra: più spesso, però, guida chi le rimane simpatico nelle grotte, in cui tiene enormi ricchezze.
Chiudo con le siciliane Donne di Fuora.
Queste mostrano caratteristiche sia della Strega che della Fata.
Della prima hanno il collegamento col Diavolo, la malvagità, la frequentazione del Sabba, il volo con l'unguento. 
Della seconda possiedono aspetto bellissimo, gratificano chi entra nelle loro grazie e, cosa loro tipica, amano congiungersi con i giovani che incontrano. 
Questo costerà però loro caro.
Il mondo patriarcale non può accettare tale libertà sessuale al femminile.
Si chiamano, in modo dispregiativo, anche Donne di Locu, Padrone di Casa.
Donne di Notti, Belle Signore.
______
Bibliografia minima
Carlo Lapucci, Dizionario delle figure fantastiche, Vallardi, 1991
Pierluigi Serra, Fantasmi d'Italia. Un itinerario suggestivo sulle tracce dei fenomeni più misteriosi e inspiegabili del Bel Paese, Newton Compton Editori, 2021
Pierluigi Serra, Maghe e streghe d'Italia. Da Nord a Sud, alla scoperta delle donne più misteriose e affascinanti della tradizione italiana, Newton Compton Editori, 2
stampa la pagina

Commenti