Un passo lento

Foto di Yoal Desurmont su Unsplash.com Del ponte di giada che dovevo attraversare mi colpì l'imperfezione di un innesto di legno, sul bordo sinistro. Un rattoppo, un inserto tarlato e volgare parlava di una luce che si tiene in vita nella polvere e nell'ombra e raccontava della parola che germina come corpo estraneo ai nostri silenzi. Mi voltai e diedi le spalle al Palazzo di Cristallo. Era l'ora del ritorno a cercare radici imperfette, per immergere di nuovo le mani nel fango e riempire il mio zaino di zavorre inutili. Camminavo di nuovo con un sassolino in tasca e lo sguardo bambino sulle screziature color ebano di un'esistenza dedicata all'altare del passato. _____ Testo — inedito 2025 — di Sergio Daniele Donati