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(Redazione) Lo spazio vuoto tra le lettere - 04 - A mano libera (sul silenzio tra le lettere)

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  di Sergio Daniele Donati Avvertenza: questo articolo è stato scritto di getto ascoltando, durante tutta la sua stesura, il Concerto Numero 2 per piano e orchestra di  Sergei Rachmaninoff nell'esecuzione di Evgeny Kissin.  Ne segue pertanto ritmi, tempi e, in un certo senso, anche gli umori. Guardo le mie mani. Sono vissute e piene di segni e macchie. Le guardo con un certo orgoglio, come Anna Magnani guardava le rughe sul suo volto.  Sono le mani che hanno tenuto in braccio mio figlio, appena nato, lo hanno pulito e nutrito. Sono le mani che hanno amato e carezzato e poi picchiato pugni di rabbia contro il muro.  Sono le mani che hanno tenuto per vent'anni una spada di legno e hanno fatto volare alti in cielo sogni di completezza e unione.  Sono le mani che hanno tenuto una penna in mano per infiniti minuti e per infinite ore hanno girato pagine di libri polverosi. E sono dita - piccole e un po' ancora bambine - che si sono tagliate con la carta milioni di volte, prima di

Au commencement (בראשית)

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Quadro di Paul Klee - particolare Viene di lontano il primo soffio dell'amore,  e strabica, come Venere,  è la prima carezza.  Tu non chiedermi i percorsi  del nostro incontro.  È ancora incerto il mio passo  lungo la spirale centripeta  della vita e m'incanta il battito d'ala dell'airone sulla linea dell'orizzonte