Il pescatore
Partì prima del remo il canto del pescatore; polifonie, richiami di voci dal silenzio. Prima che la rete toccasse le acque sapeva che là, nel torbido, non dimora pesce. Eppure lanciò i suoi dadi perché non si spegnesse la luce sul mondo. La palpebra di marmo, scompose ricordi sulla linea dell'orizzonte. Parole nel gozzo, cucirono pensieri; aghi e fili dai colori senza grazia. E non fu finzione né sogno; ma speranza e mani sul volto. Né fu delirio o minaccia o supplica poi, davanti alla rete; solo strappi. Tornò a riva di notte. E non fu fame nel ventre né desiderio nello sguardo. Solo rimpianto e l'odore di calce d'un cielo e stelle crudeli.