Lettere una persona speciale - 66 - Agosto 2023 - "Stasi"
Milano, 9.8.23 Sai Petalo, pensavo tra me e me che la sofferenza si trasforma troppo velocemente in parola e che la parola diviene troppo velocemente scrittura. Non si lascia all'aratro della sofferenza il tempo di rivoltare il nostro terreno, di dargli aria, né si attendono i tempi della semina, della germogliazione, della crescita. La parola così diviene spesso una membrana di gomma sui nostri volti, qualcosa che ci impedisce la crescita. Scrivere non è tutto, anzi, è l'atto finale di una elaborazione lenta e silenziosa, di un ascolto protratto e della sacralità di quella qualità tanto umana che chiamiamo concentrazione - forse chiamarla stasi sarebbe più opportuno. D'altronde la gioia del cambiamento ha a che fare - sai bene anche questo - con piccole vibrazioni cellulari, risonanze nel nostro micro-cosmo del movimento degli astri. È forse quest'atmosfera agostana che rende tutto fermo, quasi immobile, e calma i ritmi anche del mio cuore salterino a farmi percep