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(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 09 - una lettura "ebraica" della Silloge "Altri universi imprevisti" di Donato Nitti (Gazebo ed)

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di Sergio Daniele  Donati Uno dei piaceri più grandi della lettura consiste, a mio avviso, nel saper planare sulle parole senza lasciarsi condizionare, prima facie, da ciò che so, o fingo di sapere sull'autore. Parlo sopra di finzione perché la pseudo-conoscenza dell' altro da noi  è un materiale strano, poco plasmabile ed a volte può divenire un impedimento alla reale comprensione delle cose. D'altronde il riferimento anche biblico è chiaro. Prima del primo atto creativo, si legge in Genesi,  un vento divino planava sulla faccia delle acque.  Sono molteplici le interpretazioni, anche mistiche, di questo preambolo alla creazione ma a me piace pensare che, tra i milioni di spiegazioni possibili ci sia anche quella che riguarda la necessità della assenza di preconoscenza della cose.  Una sorta di planare lento e inconsapevole sulle cose, un abbandonarsi al loro profumo, così come il corpo e il movimento sopra e dentro di esse ce le fa percepire, è il necessario carburante del