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(Redazione) - A proposito di "Esaudimento" di Barbara Rabita e Antonio Laneve (Puntoacapo Editore 2024) - nota di lettura di Gabriella Cinti

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        La percezione forte che trapela dalla lettura di questa raccolta poetica, è che sia dominata da una giocosa quanto serissima stigmatizzazione del mondo, con una modalità ludica che rovescia i paletti della cosiddetta normalità, in un copernicanesimo poetico e speculativo di originalissimo profilo. Poesia urbana per definizione ma emblema anche della condizione umana affaticata, ferita, post crepuscolare, dove la poesia del desiderio può esprimere “ solo un rantolo ” “ nel tunnel senza uscita del tempo ”; la domotica stessa viene animizzata nel mettere a nudo senza retorica il cuore degli oggetti e la loro sottile valenza consolatoria. Cogliamo, nei due autori, una vera militanza nello smascherare la falsificazione logica e l’Ordine consueto e razionale delle cose. Il quotidiano è grimaldello per aprire inusitate dimensioni di possibile salvezza e la vis analogica, febbrile, con improvvisi scarti semantici simili a movenze di danza, si esprime in una visionarietà che prende l

Due poeti allo specchio (Antonio Laneve e Sergio Daniele Donati)

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  Parabola La Parola ha una corteccia e vive e regna all'interno per sempre a cura del nome coi frutti e i diminutivi protozoi del suono sorgente e fuori s'annulla e cede favori al silenzio, metodo che diventa alfabeto - senso, il perché di tutto il fiato lungo indifese anatomie con una voce da raccogliere. Si ritrae, poi, e di nuovo verrà nella preghiera che ti schiude dove finisce l'assenza - immoto, perfetto orizzonte. Antonio Laneve - inedito 2024 Palabras Nessuno conosce le radici dell' albero delle voci ma nella cura del bimbo dentro la corteccia  colano resine e ambre e si dichiarano al mondo le sue prime lallazioni. Gli alfabeti della custodia sono composti da suoni  di carta velina  e vibrazioni metalliche  di un  diapason di silenzio.           A volte mi ritiro dietro un filo d'erba                   a osservare il verde farsi parola Sergio Daniele Donati - inedito 2024

Cinque inediti a quattro mani - di Barbara Rabita e Antonio Laneve

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Genio e stritolatezza  Quanti sbattimenti sotto il sole di giugno tra vestiti svolazzanti di signore in calore e zanzare come anaconde. L'uomo in camicia bianca è galante, versa il vino a tutte, il vezzo di una fossetta lo rende interessante. Si può fumare all'aria aperta, la donna si fa vento col vestito, scopre le cosce, spera in un approccio veloce. Soffocano tutti più o meno per il rigido protocollo e il sudore che cola alle tempie evapora in un raglio d'asino! Barbara Rabita e Antonio Laneve Prenditi il mio sangue  Tu mi hai dato onore e bellezza nella fragilità, cosa potevano pensare gli altri quando giocavamo al ribasso con le nostre anime facendo i giullari in compagnia per essere accettati, benvoluti mentre cercavamo la nota acuta per frantumare le vostre menti di gesso, le occhiate di circostanza, i sorrisi di plastica, le minigonne e i tacchi del sabato sera. E le risate goffe dopo una battuta non richiesta, l'ennesima che lasciava col fiato stanco, gli occh

Cinque inediti di Antonio Laneve

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  Regole d'ingaggio Di fronte a me finalmente l'incertezza, mille ipotesi pronte a schiudere varchi obbedienti a regole dove coscienza disciplina. L'attimo in cui ho spento la mansuetudine del vile rende irrisorio l'orgasmo di necessario perpetrare l'ossessione del dialogo. Ora non occorre più implodere in soliloqui ma dettare nuovi accordi al mestiere delle parole come fanno i silenti. Il mare a domicilio Tuona alla porta desiderio di vastità oltre le onde del consueto. L'abbraccio attende pause, dove appoggiare momentanea quiete. Salsedine e follia in settanta metri quadri strappati alla risacca.  A parlar male... Era un locale qualunque, lo è ancora probabilmente e continua a parlar male della sua fauna intenta a grattare sconfitte sui tavoli o fumare giorni annacquati in una birra mediocre. Pulsa sul grande schermo la cifra del jackpot, brutale come un ghigno ferino; prendo un caffè macchiato dando le spalle al vuoto che nemmeno la tolleranza riesce a colmar

Tre inediti di Antonio Laneve

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IGIENE INFIMA Anime pelose ne abbiamo ovunque e sono prodighe di pulizie anestetiche fino ad avvenuto asportare capacità selettive dal tessuto neuronale. Macchie di sovrascrittura sembrano immuni al carteggio verso nuove letterature, di fatto restano impronte come loghi d'igiene infima per biancheria cerebrale. IL BIO DENARO Affari spenti ormai quelli di nuvole grigie tradotte dai liquami fossili, altri vangeli giungono con l'inchiostro verde prestato da nature vive ancora in grado di sostenere utopie. A saperlo prima bastava spostare lo sguardo sull'asse planetario per gonfiare i profitti creando giusta biosfera a fedeli consumatori. SULLA CROSTA DELL'ONDA L'equilibrio nel gelo d'un dialogo spezzato lascia feritoie e detriti lungo il corso degli anni. Da sempre l'oceano conserva oscurità dove far nascere onde come sfida alle scogliere. Graffio un po' di tempo dal mio freddo passato ma ho bisogno di corallo per impedire alle maree di scordare