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(Redazione) - Dissolvenze - 40 - Storia di un pettirosso

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  di Arianna Bonino Se dico Potter, scoiattoli, gattini e anatroccole con tanto di cuffia in testa e grembiulini azzurri bordati di pizzo, e magari aggiungo la descrizione di ridenti scenari campagnoli vittoriani, sono certa che molti di voi penseranno alla ben nota disegnatrice inglese Beatrix, alla quale, in effetti, si devono le memorabili illustrazioni di storie ove i protagonisti sono teneri animaletti impegnati in dolci avventure dedicate all’infanzia. Chi non conosce Peter Coniglio, il simpatico lagomorfo dalla soffice pancia bianca che, nell’insolita bipede postura, gironzola con i suoi amici tra muretti, rose selvatiche e prati costellati di erica, almeno fino all’ora del tè, quando mamma coniglia richiamerà all’ordine i vivaci cucciolotti radunandoli attorno ad una tonda ed invitante tavola perfettamente allestita con tovaglie bianche e tazzine in porcellana, ove i piccoli gusteranno la merenda a base di fumante infuso, biscottini al burro e torta di carote? Ecco, scorda...

(Redazione) - Dissolvenze - 39 - Larua

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  di Arianna Bonino Foto di Arianna Bonino Larua Chi sono non so dirti, se mi chiedi. Esuvia la mia pelle ogni mattina e fuggo con il passo di faina mostrando al più le impronte dei miei piedi. Perché io bramo allor occhio che predi sfocata la mia immagine in sordina – come sull’erba all’alba fa la brina – per poi sottrarmi invece a quegli assedi? Forse pupille altrui fanno da specchio a me restituendo me, che guardo, per questo le titillo, le punzecchio? Ma se verso la luna punto un dardo, se fingo di spogliar più d’uno spicchio, lei con mia voce dice: “Sei in ritardo e d’animo codardo: tu temi di scoprirti già fantasma, né forma né sostanza, glauco plasma.”

(Redazione) - Dissolvenze - 38 - È un bel mistero

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    di Arianna Bonino Ho visto un quadro che non esiste. Provate a cercarlo e non lo troverete. Né nel mondo virtuale, né nel mondo reale (sempre ammesso che di mondi ne esistano ancora due). Ma ecco che, invece, come vedrete, c’è. Ed è vero. Non si tratta, oltretutto, di un oggetto acheropita o anonimo. Almeno sulla paternità dell’opera è stata fatta chiarezza. Resta ignoto dove si trovi e chi ne sia l’attuale proprietario, perché non se ne ha traccia da quasi cent’anni. Forse un giorno il dipinto salterà fuori dal caveau dove ad oggi il suo ignoto possessore- o, plausibilmente, i suoi eredi – lo custodiscono. Sempre che, in questo momento, non si stia corrompendo irrimediabilmente in una soffitta piena di topolini, o forse nel deposito di un robivecchi. Potrebbe essere che, sotto Natale, compaia sul banco di un rigattiere in qualche nevoso mercatino di anticaglie, accanto a vasellame di varia provenienza e alle solite insolite curiosità da wunderkammer. Nemmeno possiamo escl...