A mio figlio
Stasi di Sergio Daniele Donati Se c'è una cosa che non so dirti è che il mio sguardo sfarfalla sulle stasi del mondo. È richiamato sempre da un altrove seducente. Per questo difficilmente mi poso, e a nulla valgono meditazioni e scritture. Non sono lì, Gabriel, per darmi stabilità; al contrario mi indicano il piacere del disequilibrio controllato. Ma tu non prendere esempio dal mio sguardo astigmatico; hai l'occhio che penetra e un padre diverso che ama narrarti i suoi inciampi con un sorriso. Io ho ricevuto assenze sulle quali ho costruito il mio volo d'aliante, solitario. Te ne parlo perché tu sappia che dal momento della tua nascita ogni contorno sfocato delle mie parole e sguardi è dedicato al tuo respiro; che dal momento in cui ti tenni in braccio sei divenuto l'unico altrove dove spero mi spinga il vento.