Apollo e Dafne di Carla Ghisani
Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernin Ho corso nei boschi in golena, ho cercato a perdifiato le radici del fiume, l’origine della mia fame feroce, fra i pioppi dalle foglie d’argento. Sono diventata foglie io stessa, prediletta dalla natura scomposta figlia della notte che abita fra gli occhi degli uomini e degli dei rapaci, che popola la terra di mostri e di bellezza. Non ho più fiato, ma corteccia, dicono che io sia benedetta, e incorono la vittoria con la mia grazia lucente. Le mie braccia /ora rami, assottigliate mani di fronde/ accolgono e fanno ombra e Apollo tace attonito, frena la sua violenta voglia. Il momento perfetto, quando il mio grido si fece linfa. Quando la volpe mi vide tramutare il sangue in clorofilla, da donna impaurita. a pianta, la meraviglia del bosco, della mutevole, lieve vita.