Due poeti allo specchio (Cristina Simoncini e Sergio Daniele Donati) - PADRI
I Nelle sere di giugno ogni sparo ogni proiettile fendeva il buio attraversava la mente di bambina si incistava nel vuoto dei pensieri scavava un tunnel tra le tempie imparavo a essere invisibile scivolata senza cura schiena al muro ascoltare il rimbombo della vita quella, la mia vocazione. Sballottata nell’A111 mi cullava in sottofondo A media luz, il continuo ronzio della Victrola. Ogni volta che ritorno nel sonno dell’abitacolo – la mente di metallo di mio padre – mi strugge il tango del bordello, della solitudine. II Sentivamo l’estate una minaccia, movimentava piccole ossessioni. Mio padre di sera viaggiava solo – il finestrino abbassato per il fumo – respirava il fenolo delle strade, mirando ai tigli allineati del viale vagheggiava spari precisi, la piega dei capelli di mia madre non teneva, la mole cotonata si disfaceva col sudore. La pioggia a fine agosto salmodiava, si faceva dolciastra, medicava la scontentezza, sentivamo rotolare i detriti accumulati nelle gronde, mio padr