(Redazione) - Quattro poesie di Mirea Borgia tratte da "Cronaca dell'abbandono" con breve nota di lettura (il Convivio ed., 2022)
Mi sono snaturata di venerdì. Osservavo i panni sulla sedia e la valigia già dettava il percorso. Fuori, le rotelle assorbivano i binari, mentre i piedi deragliavano ancora. Sono stati anni di manomissione, di squarci abbandonati al sogghigno del silenzio. La linea guida tratteggiata convoglia ogni ferita: l’altrove è una madre che muore di sradicamento. _____ Quando la maschera avrà svoltato l’angolo e la donna pagato la sua ultima pigione, quando la chiusa avrà scandito il nascondimento e passato il testimone a nuove mani, potrai raccogliere i pezzi e ricompormi sul rimorchio, strizzare l’occhio al mio amaro accadimento, indagare sulle lacrime che mi hanno intrisa, confortare la miseria salita sul podio. Ma leggerai una confessione dentro un diario vuoto. _____ Cosa accade? Il lampo palesa la notte. Pre-vede. Allarme di chi non declina nel buio. Il ripiego più ambito è la fine. Senza. ___________________________ Credo ha affollato le stanze: “mio dio – mio dio