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Visualizzazione dei post con l'etichetta David La Mantia

(Redazione) - Genere In-verso - 16 - Di che cosa sia la cultura e di quanto faccia paura.

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di David La Mantia Molto in Italia è cominciato alla fine degli anni '80, quando a parlare di questione palestinese venivano invitate attrici e starlette come clarissa burt o Anna Falchi, intrattenitori come Beppe Convertini o persino la Sora Lella, la sorella di Aldo Fabrizi, resa celebre da Verdone.  L'elemento chiave era comunque l'aspetto fisico, la bella presenza o il buttare tutto in caciara, con chiacchiere da bar, che mischiavano il problema serio con i bucatini e l'amatriciana.  Perché la sensazione era che tutti potessero parlare di tutto e che conoscere davvero qualcosa, essere competente in una determinata materia fosse dannoso e comunque provocasse ostilità nella massa. Tanto che chi era esperto in un determinato elemento veniva tacciato già da allora di " professore ", con disprezzo e distanza, come se capirne fosse un vizio di forma. La conoscenza corrispondeva a noia, fastidio, inganno (si ricordi il celebre Latinorum di don Abbondio, che Renz...

(Redazione) - Speciale "I Romantici" - "Contromodernità e cristianesimo come motore della società e dell'arte in Chateaubriand e De Maistre. Due mondi a confronto" di David La Mantia

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  di David La Mantia CASPAR DAVID FRIEDRICH - IL VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA 1818 I Romantici hanno aperto sulla nostra contemporaneità, hanno coniato mutamento radicale del modo di sentire e pensare mondo. La Redazione de Le parole di Fedro ha progettato uno Speciale sui Romantici mettendo a fuoco taluni aspetti di Autori del XIX sec. Ad una fase di progettazione redazionale è seguita la stesura relativa agli Autori che ognuna/o ha proposto. Ne è nata una tavolozza di sguardi su quest’epoca e le sue innovazioni. Nulla di esaustivo ma, tutto nel segno del piacere della condivisione con Lettrici e lettori di Le parole di Fedro.   La Redazione de Le Parole di Fedro _________   Il pensiero del primo oggi non pare giustificabile. Eppure se l’apologia del boia, la difesa a spada tratta dell’Inquisizione, della tortura e della pena di morte, le sue posizioni sulla guerra come strumento utile, il ruolo del male e la funzione della Provvidenza creano ancora scandalo, l'argoment...

Genere In-verso - 15 - La libertà di essere Ariosto

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      di David La Mantia   Pochi autori usano l'allegoria come Ariosto. Direi proprio che questa figura diventi la chiave interpretativa dello scrivere del reggiano nelle sette satire. E dove spicca l'allegoria? Nei cosidetti Apologhi. Sono favole moraleggianti, spesso di stampo oraziano (come nel celeberrimo topo di campagna e topo di città), con riprese dagli amatissimi Fedro ed Esopo. Nella cosidetta favola dell'asino e del topolino, l'autore dell'Orlando esprime i motivi della sua scelta di non andare con il cardinale Ippolito d'Este in Ungheria, ribadendo il proprio amore per la libertà a tutti i costi e per una vita tranquilla. Meglio una rapa in casa propria che nella corte cinghiali e starne. L'indipendenza vale più di qualsiasi cosa. Uno asino fu già, ch’ogni osso e nervo mostrava di magrezza, e entrò, pel rotto del muro, ove di grano era uno acervo; e tanto ne mangiò, che l’epa 8 sotto si fece più d’una gran botte grossa fin che fu sazio, e non per...

Genere In-verso - 14 - Laboratorio della censura. Chi ha paura del baccanale?

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  di David La Mantia   I Bacchanalia erano una festività romana, svolta tra le idi (15) ed il 17 del mese di marzo. Erano di chiara origine greca, legati ai misteri dionisiaci, citati anche nei Fasti di Ovidio. Il nome, però, è di origine romana e deriva da rituali dedicati a Bacco, anche se la sua derivazione è più antica e risale alla Magna Grecia, in particolare alla Campania, dove era fortemente radicato il culto di Dioniso, identificato con Bacco e Liber. In epoca romana, ma anche prima, era una festa divenuta in un secondo momento propiziatoria degli dei in occasione della semina e delle messi. Non a caso, in un secondo momento, confluirono ad aprile nei Cerelia, che festeggiavano Cerere, dea dei raccolti. La diffusione del culto orgiastico di Bacco a Roma avvenne intorno al II secolo a.C. Dal culto aperto a tutti del Dio Libero, benefica e solare divinità dei campi, tutta italica, si passó ad un culto misterico e notturno, riservato ai soli iniziati (originariamente sol...

Genere In-verso - 13 - Lampi di poesia operaia italiana

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      di David La Mantia Cominciamo da qui. Dalla condanna crociana per una poesia che andasse oltre se stessa, oltre la propria autoreferenzialità. Contro il Dante del Paradiso, contro il Leopardi di lotta e di pensiero, contro il Foscolo dei Sepolcri. La poesia di questi grandi per lui funziona solo nei momenti in cui essi sognano, sperano, amano, gioiscono, si infuriano.  Non quando usano la poesia come strumento per dimostrare delle tesi, una Weltanshauung. Da qui nasce anche una condanna di Lucrezio. Di certo, sociale e politica sono ben lontani da Croce e dall'apparentemente distante attualismo gentiliano.   Non stupisce che ancora oggi molti puristi, seguaci di Carlo Bo, non considerino questa versificazione degna di essere menzionata, letta, studiata, amata. Quando nasce, dunque, una poesia sociale e soprattutto operaia? Nell'ottocento, nella poesia italiana, c'era stata attenzione alle fabbriche ed alle condizioni di vita degli operai. Si pensi al Canto...

Genere In-verso - 12 - La pietra filosofale

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  di David La Mantia Sgombriamo il campo dagli equivoci.  La Pietra filosofale non è davvero una pietra, non può essere trovata per strada o estratta da una grotta; può solo essere creata dagli studiosi, saggi e filosofi, uomini di Sapere e di Scienza. La materia con la quale è fatta la Pietra filosofale fu creata( da Dio) insieme all'uomo e questa materia si chiama terra filosofale, allorché perviene ai filosofi, nonostante passi per le mani di diversi uomini e principalmente di minatori, mercanti e commercianti. Come dicono i Filosofi in tutti i loro libri, al centro di tutto il percorso di conoscenza c'è la terra vergine, che è il vero elemento, e la Pietra che cerchiamo con tanto studio, tanta abnegazione e tante formidabili sofferenze, sia del corpo che dell'anima, si trova ovunque facilmente.  E Dio e la Natura hanno disposto così in modo che tanto il povero quanto il ricco ne possano usufruire.   La Pietra filosofale è una miscela di elementi allo stato...

(Redazione) - Genere In-verso - 11 - Oltre I racconti dell'ancella: romanzi e distopie al femminile.

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    di David La Mantia   Che cos'è il romanzo distopico di genere? Una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro o di un passato mai avvenuto, ma possibile sulla base di tendenze del presente. Lo sguardo è quasi sempre negativo, apocalittico, e spesso vengono presagite abitudini ed esperienze tali da rendere la vita indesiderabile o terrorizzante. Nella distopia di genere, emerge il dominio totale e completo delle femmine sui maschi e viceversa, in un ipotetico mondo caratterizzato da comportamenti sociali o politiche opprimenti, talora in conseguenza di scelte ambientali o tecnologiche pericolose ed estreme. Partirei dalle origini. Dall’opera di Ursula Le Guin e dalla Charlotte Perkins Gilman di Herland. Herland è un romanzo utopico del 1915 , scritto dalla femminista americana Charlotte Perkins Gilman. Il libro descrive una società isolata composta solo da donne, che partoriscono per partenogenesi, un tipo di riproduzione asessuata, figli senza...

(Redazione) - Genere In-verso - 10 - Le Bambine. Riti ed educazione a Roma. Con lampi di presente

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di David La Mantia Cominciamo da una affermazione ovvia, lapalissiana. A Roma l’educazione era concepita in funzione della società nella quale la futura donna si sarebbe poi inserita. Il termine bambina a Roma era molto ambiguo, non ben definito. Lo capiamo dal fatto che nel latino  c’erano più vocaboli che la individuavano: puera, puella, infantula . In ambito giuridico, prima del  matrimonio, il termine usato era virgo (vergine); dopo il matrimonio, invece, era upso, uxor (moglie),  oppure matrona (madre) e, quando non era più in grado di procreare, diventava anus (vecchia). Della bambina emerge sempre una rappresentazione utilitaristica: spicca la funzione che lei sarà  chiamata ad assumere a livello sociale, quella della donna. Sin dalle origini, a Roma la bambina  educata a diventare una donna con ruoli e compiti tipici e ricorrenti: procreare, allevare e curare la  prole. Questa Weltanshauung continua fino al ‘900, o, se vogliamo essere più feroci,...

(Redazione) - Genere In-verso - 09 - Sulle origini dell'immagine dell'androgino e dell'ermafrodita

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  di David La Mantia Partiamo da qui.  Da divinità e esseri umani in possesso di duplice natura maschile e femminile, con aspetti esteriori e riproduttivi tipici di entrambi i sessi.  L'idea si sviluppa presso antichi culti orientali androgini importati nell'Ellade e trae forza anche da tradizioni popolari greche, che prevedevano rituali di matrimonio incentrate sullo scambio di abiti tra gli sposi. Del resto, la mitologia offre esempi di metamorfosi e travestimenti di divinità in esseri di genere diverso dal proprio. Addirittura ci sono evidenze di personaggi maschili e femminili, che subirono un cambiamento sessuale, come l'indovino Tiresia o Ceneo.  Dal 450 a. C. presero forma culti androgini a Cipro e nell'Elea, mentre la statuaria non esitò a proporre divinità bisessuate, tra cui Afrodite barbuta , talvolta appellata Afrodito , come da Aristofane. Quel momento vide l'affermazione di Ermafrodito, figlio di Afrodite e di Ermes, oggetto anche di culto,...