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(Redazione) - Specchi e labirinti - 30 - sulla poesia di Marco Plebani

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  di Paola Deplano     « Mi sono fedelmente dipinto con tutte le mie follie nell’ Ortis ». Questo scriveva Ugo Foscolo in una lettera ad Antonietta Fagnani Arese. La stessa frase, ovviamente cambiando il titolo, la potrebbe scrivere Marco Plebani a proposito della sua silloge Decimo dan , uscita nel 2022 per le Edizioni La Gru. Non me ne voglia l’autore se comincio a parlarne in termini di follia, ma qui si intende una follia buona, ricca di spunti, divergente dalla massa, in ultima analisi sana . Una follia che merita attenzione e persino, per ricalcare Erasmo da Rotterdam, un “elogio”. Del resto, sono autorizzata a scomodare questo scomodo termine da Plebani stesso, nell’esergo, che recita così: A tutti i sacrifici intenzionali, estorti, biologici, chimici, psicodinamici e monetari che m’hanno fatto diventare ansiogeno. Come non innamorarsi di un libro che comincia così? Perché chiunque legga con gusto la poesia non può che essere, poco o tanto, volente o nolente, ansiogeno, in q