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(Redazione) - Il femminile - 03 - a proposito di Margherita Guidacci

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  di Patrizia Baglione Margherita Guidacci ritratta in foto da Dino Ignani Ho messo la mia anima fra le tue mani. Curvale a nido. Essa non vuole altro che riposare in te. Ma schiudile se un giorno la sentirai fuggire. Fa' che siano allora come foglie e come vento, assecondando il suo volo. E sappi che l'affetto nell'addio non è minore che nell'incontro. Rimane uguale e sarà eterno. Ma diverse sono talvolta le vie da percorrere in obbedienza al destino Margherita Guidacci nasce a Firenze il 25 aprile del 1921. Il padre Antonio è un avvocato, la madre Leonella Cartacci è cugina dello scrittore Nicola Lisi che influenza e incoraggia la vena poetica di Margherita. I primi anni li vive in una “ casa strana e scomoda, ramificata come un albero, ma con una terrazza sul tetto che era il mio regno. Di là si vedeva tutta la città e tutto il giro dei colli, e quando mi sdraiavo sul pavimento, come spesso facevo, vedevo solo il cielo ed il passare e trasformarsi delle nuvole ”.

Uno speciale de Le parole di Fedro su Gabriele Galloni (con interventi di Annalisa Mercurio, Davide Cortese, Mattia Tarantino e Sergio Daniele Donati)

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Gabriele Galloni ritratto in foto da Dino Ignani Una Nota di lettura  di Annalisa Mercurio su "In che luce cadranno" (RPlibri, 2018) In che luce cadranno , nella prefazione di Antonio Bux , è stata definita ‘ un’opera d’arte priva di sbavature ’. Sono assolutamente d’accordo, ma vorrei anche aggiungere, che questa è stata per me una silloge di essenze . Per Galloni l’ignoto è una nuova nascita, un viaggio in un baratro luminoso in cui morti andranno a precipitare, un passaggio questo, che vorrei paragonare alla discesa uterina, alla migrazione tra l’altrove che ci precede e questa esistenza. Il poeta si fa placenta tra vita e morte, si fa materia sottile capace di assorbire suoni e luci tra mondi, si fa membrana in grado di raccontarci l’oltre, si fa velo nel quale avviene uno scambio osmotico di liturgie, di mancanze e di carne, accadimenti dei quali si nutre e a sua volta nutre. A Galloni pare non basti esplorare il mondo dei vivi, così in questa silloge capolavoro, ci por