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Due poeti allo specchio (Mara Venuto e Sergio Daniele Donati)

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  Sfuggire al trascinamento del corpo nello spazio, alla testa come raffigurazione alienata di ciò che è incorruttibile. Il nostro giustificarci di fronte alla vita, una volta e non altre, ci ha condotto alle foglie del cedro, agli aghi nutriti dalla linfa. Pur non volendo lasciare un rifugio per il distacco, passeremo alla terra e al suo riconoscerci. (inedito di Mara Venuto - 2025) Una cadenza lenta  – una caduta controllata – governa la nostra dimora nei modi verbali dell'infinito, là dove il corpo si fa scaglia, scheggia nero-ossidiana  di intuizioni che non ci appartengono. È il territorio inesplorato, il limine del non presente tra passato e futuro dove le nostre memorie vegetali plasmano maschere d'argilla  sacra grigio-speranza  e profumi d'agrumi  incontrano il canto atonale  della cannella e della mandorla. Nei modi verbali dell'infinito si cullano sinestesie nascoste, (e tu, e io) e noi sfioriamo la pelle di tartaruga di un altro che bussa c...

Due poeti allo specchio (Gabriella Montanari e Sergio Daniele Donati)

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    Lettera a babbo pitale (poesia inedita di Gabriella Montanari - 2024) Voglio che tu pianga la fine del fiore che tu senta il peso dei colori che tu vada dove il mare canta l’affanno del neonato l’equilibrio dell’aria il pensiero del cervo sentire le spalle gonfie di memorie avere la scorza dei duri e dei cedri sfregare la tua barba tra le mie gambe la pace con i natali ingordi la pace con i morti mai risorti. Al dio burlone (nel bosco) (poesia inedita di Sergio Daniele Donati – 2024) Mi hai insegnato il pianto della pelle il grido muto del ramarro e le striature cieche  nelle venature delle foglie, ma, prima di quell'ultima lettera, che avrebbe resa completa ogni mia comprensione, ti sei celato dietro a cortecce antiche sperando in un gioco a rimpiattino con la mia zoppia.       [E invece sono rimasto lontano      dalla tua tana      ad ascoltare il vuoto      della tua assenza,      così, per ...

Due poeti allo specchio (Cinzia Coppola e Sergio Daniele Donati)

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    Destinazione Galapagos (di Cinzia Coppola – inedito 2024) Aurora di materia ingannevole, un motivo fatto a onde ci sveglia. Difficile dire di quella percezione visiva, soprattutto è rumore, frecce di parole -trasparenti, stimolo primitivo per immaginare alla perfezione, lampi residui del pensiero. Poi basterà sederci sulla riva a guardare i nostri sogni, li vedremo rifrangersi come flutti nel mare, e bagnati entrarci negli occhi. Destini (di Sergio Daniele Donati – inedito 2024) Restiamo immersi nelle striature corallo di un cielo che impera — soglia mutabile dei nostri desideri trasmutati in sogno — L'occhio del mondo sulla nostra pelle è stimolo e lenimento al bruciore della parola. Restiamo fermi e capaci dell'ascolto senza intenzione del ramarro e della poiana.