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Due poeti allo specchio (Loredana Lorusso e Sergio Daniele Donati)

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    di Loredana Lorusso inedito 2024   Ho rotto un muro per farci una finestra un vuoto di quadrato quasi a parete un quadro con un' anima d'azzurro sullo sfondo che cola sul mio grembo quando mi affaccio e guardo di tutta quella luce l'alternanza Schiuma l'azzurro l'ombra di una vela che trema appena a un alito di cielo senza un arrivo, sosta, né partenza Cosa ci vedi tu dal bordo dell'assenza?     di Sergio Daniele Donati inedito 2024   Niente è più presente nei miei midolli del canto languido dell'assenza - dona ritmo alla danza dei simboli  e dimora all'espressione feconda dei silenzi. Il mio sguardo astigmatico  si posa sempre sulla sfocata persistenza dei perimetri.   Al centro, un suono, una sorta di borbottio costante, memoria del mio esistere solo in realazione con l'evanescenza   Io non esisto se non nell'ascolto del crepitio di quella fiamma dai controni bluastri che mi conduce a ritrovare i miei deserti ove la roccia e la poiana spezz

Due poeti allo specchio (Valentina Demuro e Sergio Daniele Donati)

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Valentina Demuro Inedito - 2024 Avremmo dovuto vedere fermi nel silenzio con altre galassie attraversarci il corpo, capire che non c’è orlo tra due quando questi sono stretti oltre il nodo dell’abbraccio. Ora un filo ti raggiunge, travalica le forme del paesaggio, la casa non è casa, la strada non è strada, ogni cosa è trasparenza e mentre il tempo volge indietro imparo molti modi per amarti Da Che i fichi nascano rossi (peQod, 2024)   La mia casa ha radici di mare e molti volti attraversati e aperti come un dolore nudo. Le sedie intorno alla tavola ospitano silenzi discreti c’è odore di candeggina e di niente. Aggrappato al giardino il mandorlo nero, figlio delle tue mani ancora sorride nell’aria frantumata. Occorre amore per sopravvivere all’amore     Sergio Daniele Donati   Inedito - 2024 È un filo di lino tenace dai colori cangianti quello che unisce un'anima a un'assenza afona.    È nell'evanescenza delle forme che percepisco le tue pause, così

Due poeti allo specchio (Gabriella Cinti e Sergio Daniele Donati)

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  LE TUE INTENZIONI DI SOLE Guardo le cose di profilo, il collo inquieto, come l’asfodelo in preghiera, poi come te. Nella piega leggera tra maggio e giugno, le tue farfalle di silenzio, le tue intenzioni di sole, invisibile, saranno le lucciole della tua estate. Gabriella Cinti - inedito 2024 MI COPRE UN VELO Mi copre sempre un velo d'ansia e porto sul naso  un neo di antica sapienza che trattiene odori di parole indicibili per un mondo assente. È questa la mia preghiera silenziosa: tacere è il mio pregare, mentre ammanto di parole rosso amaranto, l'inutilità  di ogni dire.  Sotto al velo il volto di Efesto o, ad esser clementi,  il naso di Cyrano, perchè mio non è il pennino ma l'incudine inquieta. Né m'appartengono le lettere che lancio al mondo perchè provi stupore per la bellezza che dimora lontano dalla mia tana.  Sergio Daniele Donati - inedito 2024 ____ N.d.R GABRIELLA  CINTI  è stata pubblicata più volte, e con  immenso onore, su  Le parole di Fedro . Al link c

Due poeti allo specchio (Ester Guglielmino e Sergio Daniele Donati)

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  Non lo vedi come ci inganna questa vita, caro amico? Come ci seduce rapida nel guizzo scomposto d'un sorriso? Non lo vedi come s'ammanta di freschezza ingenua questo fremito d'amore, che sboccia ancora - sempre nuovo - dentro l'aria? Eppure, il tempo che passa lo misuro nella finta grazia di quei fiori, sul velo di polvere antica, che ne sbiadisce - impercettibile - i colori. Mi chiedo se sia di cartapesta la bellezza o se possa evaporare - eterna - dentro una carezza. Ester Guglielmino, 18 maggio 2024 quando a primavera le campanule del risveglio tingono di lilla  i ricordi d'infanzia e  iridi velate  dalla pesantezza di un inverno del pensiero io conto i nomi delle assenze e apro con la chiave armonica di una grassa ironia il cassetto della mia indegnità. Sergio Daniele Donati, 18 maggio 2024 L’ombra della mia figura È tutto un lento ricucire il femminile, un tèssere di fili che s'allungano in ponti più sottili, un riannodare di nastri da combaciare nei colo

Due poeti allo specchio (Mauro Ferrari e Sergio Daniele Donati)

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  E poi comparvero gli spettri: ricordi e presagi dapprima, fibrillazioni dello sguardo, ombre fra gli alberi e sussurri. Una notte infine si sedettero attorno al fuoco, quasi vivi, raccontando di orrori sconosciuti a orecchie deliranti di follia – a corpi che man mano increduli si dissolvevano. L’avevano cresciute dentro, quelle voci, per mille generazioni ascoltando immortali discesi in un fruscìo di ali a fare tutto sacro – tutto a sacrificare – e ancora si narrava di visioni, annunci e prodigi mentre i vecchi piangevano guardando i bimbi giocare nel fango. E poi uno di loro ricomparve, con un messaggio disse di speranza e fede. Un saggio, con mossa improvvisa, gli recise di netto la giugulare. Ho ascoltato a lungo quel doloroso canto, una narrazione lenta e senza fine del sogno che svaporava in fumo grigiastro. Incapace di stasi lo sguardo si rivolgeva al flusso senza tempo di schegge nelle retine. Si dissolvevano,  e cadeva a terra  il numero tatuato  sulle loro braccia Li vedevo

Due poeti allo specchio (Antonio Laneve e Sergio Daniele Donati)

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  Parabola La Parola ha una corteccia e vive e regna all'interno per sempre a cura del nome coi frutti e i diminutivi protozoi del suono sorgente e fuori s'annulla e cede favori al silenzio, metodo che diventa alfabeto - senso, il perché di tutto il fiato lungo indifese anatomie con una voce da raccogliere. Si ritrae, poi, e di nuovo verrà nella preghiera che ti schiude dove finisce l'assenza - immoto, perfetto orizzonte. Antonio Laneve - inedito 2024 Palabras Nessuno conosce le radici dell' albero delle voci ma nella cura del bimbo dentro la corteccia  colano resine e ambre e si dichiarano al mondo le sue prime lallazioni. Gli alfabeti della custodia sono composti da suoni  di carta velina  e vibrazioni metalliche  di un  diapason di silenzio.           A volte mi ritiro dietro un filo d'erba                   a osservare il verde farsi parola Sergio Daniele Donati - inedito 2024

Due poeti allo specchio (Cristina Simoncini e Sergio Daniele Donati) - PADRI

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  I Nelle sere di giugno ogni sparo ogni proiettile fendeva il buio attraversava la mente di bambina si incistava nel vuoto dei pensieri scavava un tunnel tra le tempie imparavo a essere invisibile scivolata senza cura schiena al muro ascoltare il rimbombo della vita quella, la mia vocazione. Sballottata nell’A111 mi cullava in sottofondo A media luz, il continuo ronzio della Victrola. Ogni volta che ritorno nel sonno dell’abitacolo – la mente di metallo di mio padre – mi strugge il tango del bordello, della solitudine. II Sentivamo l’estate una minaccia, movimentava piccole ossessioni. Mio padre di sera viaggiava solo – il finestrino abbassato per il fumo – respirava il fenolo delle strade, mirando ai tigli allineati del viale vagheggiava spari precisi, la piega dei capelli di mia madre non teneva, la mole cotonata si disfaceva col sudore. La pioggia a fine agosto salmodiava, si faceva dolciastra, medicava la scontentezza, sentivamo rotolare i detriti accumulati nelle gronde, mio padr

Due poeti allo specchio (Mirjana Zarifović e Sergio Daniele Donati)

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  Qui, sui lauri, vedi il miracolo staccarsi dall’addio, nessun altro azzurro che conti la rosa, a gloria d’oblio, indugiando, alle dita un vetro, una libellula mette – consola, sovverte, in altra tintura, dissi, ardesse – così vive in noi l’enigma, rispose alto, che Michele è il Re del mondo, il primo grido di Dio all’imbrunire, le sette lucerne… predisse di restare. E batte, batte l’ala e non sgretola, scurissimo pianto di vetro la lacrima, tu la metti sulle labbra come un soffio che si ama se esiste, se non esiste ugualmente torna l’anima, lievissima contea che vela e frangia aurea vidi camminare poco fa, poco fa mi venne incontro tra le vigne, fosca di giade e mia, cento angeli di morte, disse, cento angeli d’amore. E veglia, sul mondo intero veglia un canto, di bocca in bocca pollini di zafferano e tutto un decoro lungo, per lungo il fianco impollinando, questo è il suo nome, agli stigmi lo sussurra come tu reggevi un madrigale alto, per quella seta che taglia il mondo, che tardo,

Due poeti allo specchio (Luisa Trimarchi e Sergio Daniele Donati)

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  Luisa Trimarchi Stanza VII Raccolgo e mi raccolgo nella stanza - non ultima - la settima dove intravedo sul tavolo il tuo corpo mai nato: che capelli avevi? E gli occhi? E il tuo ridere? Ti ho parlato per notti intere - cercata nelle tombe dei bimbi morti - dove accarezzavo le foto. Il cimitero luogo perduto - mai visitato se non adulta negato nella memoria antica - memoria di effigi - storie intrecciate a epiteti perfetti - intagliati - tratteggiati come con lo scalpello - di foggia pregiata - angelo innocente vita appena intravista: del tuo corpo morto nessuna traccia. (ti avranno incenerita? Ah la retorica, maledetta retorica! Non si piange - salva sia la dignità - cerca la parola che non gridi ma che effonda!) Addormentavo bambole bambine sognando sorelline: tagliuzzavo capelli - cucivo copertine con buchi enormi mi accompagnavo alla solitudine dei giochi. (fra me e me - attendevo miracoli - scorgevo l’invisibile - mi accompagnavo alla desolazione nutrendo desideri: un giorno tu

Due poeti allo specchio (Laura D'Angelo e Sergio Daniele Donati)

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  D'estate Qui c'è aria di primavera, eppure lo sento il desiderio che mi spinge a dirti, in cerca di un tuo cenno, di un tuo presente che sia tu, tu e tu soltanto. Fuggono questi anni e i fiori nuovi mi dicono che ancora un altro è passato, mentre cambiano le stagioni e le ombre dei ricordi si fanno più dolci. Mi baci e sei l'estate. (Laura d'Angelo - inedito 2024) L'incontro Nasce sempre da un profumo — un'ombra sottopelle, un'ambra di memoria — il desiderio di un incontro. E poi, lo sai, non dà cenni né attende invito il mistral sulla costa. Prendi delle mie parole, delle mie lettere bislacche, il vuoto di senso e lascia che parlino la lingua dei fiori di miseria ai tuoi lobi abituati al canto del sacro. Non ho altro dono che l'arte dell'inciampo; un bambino caduto di bicicletta che si preoccupa più del graffio sul manubrio che del ginocchio scorticato; questo sono io, e tu il mare. (Sergio Daniele Donati - inedito 2024) _____ NOTE BIOBIBLIOGRAFI

Due poeti allo specchio (Alba Toni e Sergio Daniele Donati)

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Dimmi del principio quando la pace scorreva sulla linfa segnava i tessuti circolava nelle lacune tagliava i rivoli di sangue li anticipava sotto il verderame e la lingua secca precipitava il bello. Dimmi ora dov'è se non nel mutismo che ha scelto di portare dentro il volto stampato sul telo grezzo e nel legno decomposto che si rifiuta di spiegare dimmi dove sarebbe adesso l'accessorio dimmi. Muore l'accento muore la nozione muore l'azione muore nelle mani di polvere nel rumore dell'acqua. Qui le lapidi mai viste sono solo sognate. (Non ti lascio Madre anima mia). E nei cieli passano cirri che hanno geometrie secondo l'anno della nascita il giorno il mese secondo un'ora qualsiasi. Percorrono i luoghi il tempo si mettono in fila indiana e fanno una nitida distinzione tra il prima e il dopo. (Alba Toni - inedito 2024) Era là un pietra e la tenevo in mano per dirmi un'ultima volta figlio della trasmissione, e non c'era principio né ferita allora, nell