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(Redazione) - Suggestioni - 02 - Amore (Gaio Valerio Catullo e Pablo Neruda)

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  di Emanuela Sica __________ VIDEO LETTURA DI EMANUELA SICA   "Carme 51" di Gaio Valerio Catullo Assomiglia a un dio, superiore, se è lecito, agli dei colui che guarda e insistentemente ascolta che ridi dolcemente te stando seduto di fronte ciò a me misero strappa tutti i sensi: infatti o Lesbia, appena ti vedo non mi rimane un filo di voce; ma la lingua si intorpidisce, una fiamma sottile si diffonde sotto le membra, le orecchie risuonano di un rimbombo particolare. Gli occhi si appannano di notte. L’ozio, o Catullo, ti è dannoso a causa dell’ozio ti esalti e sfreni troppo; l’ozio un tempo rovinò re e città prospere. ________ "Qui ti amo"  di Pablo Neruda Qui ti amo Negli oscuri pini si districa il vento. Brilla la luna sulle acque erranti. Trascorrono giorni uguali che s'inseguono. La nebbia si scioglie in figure danzanti. Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto. A volte una vela. Alte, alte, stelle. O la croce nera di una nave. Solo. A volte albeggi

(Redazione) - Suggestioni - 01 - Alla Luna (Giacomo Leopardi e Umberto Piersanti)

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  di Emanuela Sica _____ VIDEOLETTURA DI EMANUELA SICA ________ TESTI "Alla luna" di Giacomo Leopardi O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge l’anno, sovra questo colle Io venia pien d’angoscia a rimirarti: E tu pendevi allor su quella selva Siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci Il tuo volto apparia, che travagliosa Era mia vita: ed è, nè cangia stile, O mia diletta luna. E pur mi giova La ricordanza, e il noverar l’ etate Del mio dolore. Oh come grato occorre Nel tempo giovanil, quando ancor lungo La speme e breve ha la memoria il corso, Il rimembrar delle passate cose, Ancor che triste, e che l’affanno duri! ________ "Luglio 1969" di Umberto Piersanti   no, non guardavo la luna, non scruto i suoi monti e i crateri dentro quel giallo lieto a volte e a volte cupo che ti segue la notte nel cammino, non ricordo se la luna pende dietro il Carpegna o sta sopra il Nerone e neanche il tuo vol

(Redazione) - Estratto da "Il diario segreto di Giuliettta" di Emanuela Sica (Controluna ed., 2023), con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Cosa significhi nel 2023 scegliere di scrivere un Poemetto é evidente a tutti.  Significa andare, per scelta, controcorrente e abbandonare l'idea di una scrittura strutturalmente veloce - sia per chi la compone che per il fruitore - per adagiare il fluire dei propri lemmi su un ritmo lento e attento alle sfumature. Poi, diciamolo pure forte e chiaro, appellarsi alla tradizione è ricordarsi dell'elemento vivace e dinamico che la tradizione stessa (intesa come traditio=consegna ) porta sempre con sé e rappresenta. L'opera di Emanuela Sica ( Il diario segreto di Giulietta - Controluna ed., 2023 ) rappresenta a parer di chi scrive proprio questo, un richiamo ideale alle forme della tradizione, pur in assenza di metrica fissa e rigida, ma anche un tentativo molto ben riuscito di rientrare a contatto della tradizione per ciò che attiene il contenuto espresso.  Siamo difatti di fronte a una sorta di diario/confessionale   di quella Giulietta del dramma shakespeariano che dipana de

Due poeti allo specchio (Emanuela Sica e Sergio Daniele Donati)

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Inganna l’indaco smargina luce nei tuoi occhi pianta voli e ritorni nei miei. All’ombra preziosa della meridiana so ancora meditare le parole da non dire. Nel palmo ho un giardino di ninfee segreto dove cantano cicale e danzano libellule. È stata quella nube piena martire dell’inverno a piantare radici dove c’era gelo desideri dispersi che chiedevano asilo. Di te ho respiri d’erba secca che brucia ogni solstizio di primavera. Scintille di poesia sulla lingua veloci richiami per quella bimba capelli d’angelo a ondeggiare tra storia e riflesso. Volevo solo chiamarti nell’ugola ancora una volta…papà sentire la risacca della tua voce che non contempli distruzione alta marea che trapassa dal muro della vita alle stelle. (EMANUELA SICA - INEDITO 2023)          Si corteggiano tra loro gli zefiri         e portano nel nome il richiamo         al nobile blu in cui si sperde         ogni sguardo, quando si vela        d'una nostalgica armonia. Tu chiami dall'ugola un ricordo e la mia pal

Due poeti allo specchio (Emanuela Sica e Sergio Daniele Donati)

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AUTORITRATTO DI EMANUELA SICA - 2022 © Da questo filare di venti freddi in cui s’annodano le vite dei miei compagni arse nei rivoli aciduli di fumo vedo la disfatta del cielo cadere pesante sulla mia testa. Dimmi Herr Gefängniswärter * dormi la notte pensandoci stipati tra blatte e ossa ammassate sulle travi come piante nodose, indifese, prossime al macero? Respiri dolori o li rinneghi per l’idea che ti separa dai nostri cuori dietro il filo di spinosa indifferenza carnefice per convinzione o per comando? Se, distrattamente, dovesse caderti una lacrima leggila come notizia d’umanità, sentila sulla lingua sapida, non sei morto, ancora c’è redenzione dal fango cavernoso di questi orrori. E tu madre ricomponi i pianti lasciami tornare nel tuo grembo caldo carezza il sudore, liberami dall’atroce notte foglia che si rinnesta nel ramo a diventare gemma nei sepolcri dei tuoi occhi. Portami ad un attimo prima di quel sedici ottobre urla ammutolite e mani strappate al Sukkot eravamo in casa, pr

La radice (Silloge dedicata a Isabella Morra di Emanuela Sica)

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  La silloge che qui si pubblica, dedicata alla figura di Isabella Morra è apparsa nella Antologia Rosso VDG-O, curata dalla stessa autrice, Emanuela Sica. Tale antologia raccoglie gli scritti di ottanta autrici tra cui Dacia Maraini. La prima parte del libro è di mano di Emanuela Sica, mentre nella seconda sono raccolte poesie, racconti, saggi delle altre autrici. I   Nei passi notturni dei timidi sogni, rubati dalle mani della paura io corro libera dai pesi del giorno. Come il petalo di una violetta, il mio piè si muove leggero e non affonda. Nel respiro si abbraccia alle amorevoli stelle, sarte di storie incantate che mi sottraggono al dolor che m’affligge persecutore. Mareggiano negli occhi gemme perlescenti stupore liquefatto nel sentiero della quiete lacrime filosofali e melodia di inerpicati sospiri. Mi inebriano le assopite guance, le rosee carezze del primo sole eppure avviluppata al desiderato dormiveglia prego che Morfeo mi doni altro smarrimento e soave letizia. Nei suoi l