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(Redazione) Riflessioni, non recensioni - 07 - Antichrist (quando la natura è matrigna?)

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  di Stefania Lombardi Vidi Antichrist nel 2009 e mi precipitai subito a recensirlo nel mio blog dell’epoca. Avevo tanta voglia di esprimermi su un film così ricco di spunti. Scrissi subito che era un film che rompe ogni schema, non catalogabile e unico nel suo genere. È un film di Lars von Trier ma non sembra affatto uno dei film di Lars von Trier; in realtà non lo si potrebbe attribuire a nessun regista anche se, in ultima istanza, solo una mente particolare come quella del nostro amato regista danese sarebbe stata in grado di idearlo e realizzarlo. Sulle note di “Lascia ch’io pianga” del Rinaldo di Händel accompagnate da immagini quasi oniriche ha inizio il nostro film. La prima cosa che viene in mente è la dicotomia classica Eros/Thanatos ma anche universo maschile/universo femminile in chiave psicoanalitica. Che Eros e Thanatos fossero collegati abbiamo a supporto pagine e pagine di letteratura e di trattati dagli albori della civiltà, ma qui è diverso; qui abbiamo un atto di T