(Redazione) - Fisiologia dei significanti in poesia - 05 - Per i principi di una percezione
di Giansalvo Pio Fortunato L’onesta responsabilità ontologica, che è richiesta dal far poesia (in quanto completo espletamento poietico), non affonda le sue radici in un moralismo valoriale astratto e metafisico. Da ricollocare in questi termini, infatti, è il senso stesso dell’ ontologia , vista finalmente oltre ogni mero immanentismo o percorso di non esaurimento della persistenza dell’Essere. Ciò che infatti si comprende poco o per nulla è, senza dubbio, l’evidenza di una finitudine ineliminabile o, meglio ancora, di un continuo perpetrare una lucentezza sbiadita entro l’identità dell’esistenza. Ragionare sull’Essere, a maggior ragione in poesia, non significa in alcun modo valicarsi entro una radice di cronico illuminante idealismo che, ponendo la roccaforte nella sicurezza di una razionalità traducente, riesca a spiccare in volo oltre la materialità del fatto pratico – si potrebbe anche omettere il pratico - dell’esistenza, ma designa la zona tormentosa dello sperimentato e,