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(Redazione) Specchi e labirinti - 03 - Dialogo con Florbela Espanca

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di  Paola Deplano Sono figlia dell'amore, o piuttosto dello scandalo. Mio padre era sposato con una donna, ma ha fatto i figli con un'altra. Due, per la precisione. Me e mio fratello. Questo, alle soglie del 1900. Sin da piccola, ho creato poesie, prima ancora di scriverle. Ricordo lunghi pomeriggi passati sotto il tavolo, a canticchiare nenie interminabili. Dicono che fossi intelligente. Può darsi, visto che sono stata una delle prime donne laureate del Portogallo. Questa presunta intelligenza, però, invece di facilitarmi la vita, me l'ha resa più complicata. Ciò che per chiunque era scontato, per me diventava impossibile, perché analizzavo i pro, i contro, le conseguenze e le catastrofi di qualsiasi decisione, persino la più semplice. Dicono che fossi bella, anche se io mi sono vista sempre brutta. Agli uomini piaceva il mio sorriso. Dicevano tutti così, sembrava si fossero parlati l'un l'altro. E se hanno detto tutti la stessa cosa, doveva essere vera. Per forza.