Tre poesie di Floriana Coppola
Accade così. Un momento definisce un bivio, un incontro, un inciampo e allora la solitudine diventa un abito stretto che non contiene più e si lascia andare una dopo l’altra le strade e i vicoli scuri la rapida scesa dagli angoli ancora bui il chiarore, così incandescente e bianco, bagna la fronte umida, la ringhiera del piano e il davanzale pieno di piante un passero nascosto tra i vasi una finestra scalza, lo spigolo duro del balcone il sole, inseparabile prigionia lo spazio tra il corpo e la luce prende a piene mani il vento rovista nei panni stesi tra i fili appena rigidi ponti sospesi tra le case e le ciminiere tra le cucine e i focolari accesi stana il canto la rosa scarlatta, il piacere infinito la danza sbagliata ritorna, la carta capovolta del Mago la Stella sulla pelle svapora il canto delle sue ciglia nere così sul marmo sciupato degli scalini su ogni carezza, il manto liscio della schiena la tigre si struscia nel salotto buono di casa aggroviglia la coda