(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 16 - Sul delicato poetare di Floriana Porta
di Sergio Daniele Donati Parliamo tutti spesso di delicatezza , e di tale sostantivo facciamo l'icona di una certa poesia; un valore irrinunciabile a cui ispirarsi anche e soprattutto per contrastare le asperità della nostra vita quotidiana. E a questa esigenza e falso archetipo di un poetare delicato spesso facciamo coincidere i nostri sogni e desideri, quasi che la poesia non avesse più la funzione di svelare anche la crepa, lo strappo e la fessurazione, ma solo di coprire ogni nostra titubanza e inciampo con un linguaggio di sogno. Ebbene quella è la falsa delicatezza della parola, la trappola che evita di parlare del meccanismo che si rompe, si incaglia e non porta con sé a chi la riceve alcun valore. Poi - fortunatamente - esistono poeti capaci di far emergere ciò che io chiamo la vera delicatezza , la fragilità e il valore di una parola cosciente tanto del suo limite, quanto delle sue potenzialità. Una parola delicata non è mai coperta atta a nascondere il vero, è, al con