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(Redazione) - "Polifema: il mito contemporaneo di un accecamento d'amore" - nota di lettura di Francesca Innocenzi sull'ultima opera di Gabriella Cinti "Polifema" (Edizioni progetto cultura 2024)

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Francesca Innocenzi     Gabriella Cinti     Poeta, italianista e grecista di spessore, Gabriella Cinti dà prova delle sue notevoli abilità di narratrice in questo suo primo romanzo, vincitore del Premio Mangiaparole nel 2023, edito alcuni mesi fa da Edizioni Progetto Cultura (con prefazione di Dalila Curiazi). Polifema – titolo che richiama palesemente, declinandolo al femminile, il mito greco di Polifemo, il ciclope accecato da Ulisse – è il racconto di un simbolico “accecamento” amoroso. È la storia della relazione tra la protagonista, Marzia Volo, e l’uomo da lei amato, Giorgio, nella cornice della magica e suggestiva città di Lucca. I due si incontrano e si innamorano negli anni della loro giovinezza, ma a un certo punto, inaspettatamente, Marzia viene lasciata da Giorgio. Per una serie di coincidenze – o piuttosto, sincronicità – Marzia e Giorgio si ritrovano in età matura, dopo circa quarant’anni, e tra loro si rinnova la passione amorosa. Nel frattempo, però, l’uomo si è spo

Quattro inediti di Francesca Innocenzi

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  _______ la me bambina è trepida si sente vacillare senza appiglio il corpo è cosa che sobbalza lo sovrasta una cresta di vertigine. Quando il nastro della strada apre il fianco al litorale, lei si sposta sorpassa la linea del visibile. Pensa agli uomini che attraversano il mare _______ uomini bambini facce allungate e scure con scosse senza gesto rovistano nei corpi, nervi cartilagini ossa in scampo di tramonto. Di qua e di là dei confini, dicono dilagano frontiere oscure e benedette dove asfissie e spasmi atrofie ecchimosi gelo sono vie per la salvezza. _______ l’agorafobia percuote il ritmo del respiro come quando un flusso di luce si frantuma in singhiozzi di fotoni a intermittenza. La figlia corre al chiuso discioglie nei muri i segnali di nebbia. Il padre, racconta a diciotto anni si aggrappava ai pali per non seguire in quota gli aquiloni biancoruvido lascito di sangue. _______ nella terra di transizione ori e astri pendenti dal soffitto e un ciglio voltato di sbieco mentre le

Quattro inediti di Francesca Innocenzi

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Siamo lieti di poter pubblicare quattro inediti di Francesca Innocenzi alla cui plaquette "Paesaggio interiore. Formulario per la presenza", (Edizioni progetto cultura, 2022) abbiamo dedicato già una nota di lettura che troverete cliccando al seguente link La poeta è stata poi coautrice di un dialogo poetico con Sergio Daniele Donati che potrete leggere qui Infine da non perdere su Le parole di Fedro è quanto scrive alla poeta Anna Rita Merico  Lo potete leggere  qui _____ I la me bambina è trepida si sente vacillare senza appiglio il corpo è cosa che sobbalza lo sovrasta una cresta di vertigine. Quando il nastro della strada apre il fianco al litorale, lei si sposta sorpassa la linea del visibile. Pensa agli uomini che attraversano il mare II uomini bambini facce allungate e scure con scosse senza gesto rovistano nei corpi, nervi cartilagini ossa in scampo di tramonto. Di qua e di là dei confini, dicono dilagano frontiere oscure e benedette dove asfissie e spasmi

(Redazione) - Un intervento di Anna Rita Merico su "Formulario per la presenza" Edizioni Progetto Cultura 2022 di Francesca Innocenzi

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Seguivamo Basaglia leggevamo Ronald Laing riflettevamo su Michel Foucault mentre giungevano ruggiti di bestie ferite a morte dalla vicina Real Casa di Aversa di Anna Rita Merico ______ Delucidazione (1) ma io ti dissi solo di voler dormire quando il tuo silenzio pesava come piombo. nell’aria si infittiva un tanfo di sciagura un nuvolo di mosche in me tornava. ho preso il diazepam, ti scrissi allora. da sinistra ogni uccello infido sfrecciava. un tuono di menzogna mi sfece come pazza nei gorghi da complotto della sera. Nell’andare della giornata, lenta e uguale alle altre, da secoli simile, ti dico d’un sonno che potente mi chiama. Ah! Il Sonno antico! Non dormiva, forse, Odisseo mentre la nave lo portava da Scheria a Itaca? Viaggio d’una notte su una nave carica d’ori preziosi. Era nave sollevata dalle acque e circondata da nebbie fitte. Odisseo dormiva. Su di lui Atena elmata vegliava traghettando il ritorno per il quale occorreva un’uscita da sé. Atena conteneva l’andare e l’uscita

Due poeti allo specchio (Francesca Innocenzi e Sergio Daniele Donati)

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battesimo questa fuga dai nomi mi somiglia occhio che scansa il ghirigoro. Francesca Silvia Chiara – un battesimo di fluido gelo, un pianto a sbalzare le sillabe dall’altra che sarei stata. Chiara, bianco impasto di creta pelle propizia al richiamo. steppenwolf ¹ È l'altra che sei stata la senza nome tra le pieghe dei palmi delle tue mani, l'umida iride nelle sere d'autunno a cantare la nenia ripetuta del lento avanzare dell'Uomo nelle steppe della parola. Io no. Ebbi una diversa sorte e quelle stesse steppe accolsero i miei latrati alla luna; e fui un nome, poi due, poi tre - mai pronunciati però dalla voce assente  che mi abita. ___ NOTIZIE BIO-BIBLIOGRAFICHE  SUGLI AUTORI Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). Laureata in lettere classiche, è dottoressa di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un appla

(Redazione) - Estratto dalla plaquette di Francesca Innocenzi "Formulario per la presenza", (Edizioni progetto cultura, 2022) con breve nota di Sergio Daniele Donati

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Che dire di una scrittura che par costituita di fotogrammi in cui l'autrice, con maestria paragonabile a ben poche nel panorama contemporaneo, sa dosare le suggestioni (così come gli aggettivi) in modo che al lettore sia impedito di aggrapparsi ad alcunché? I tratti di Francesca Innocenzi in questa plaquette, apparsa per i tipi di Edizioni progetto cultura nel 2022, appaiono giocare su questa mancanza di appiglio possibile e la parola ci conduce, certo, ma nella consapevolezza che non esiste altra certezza che il  movimento della lettura. Oserei dire, se non rischiassi di dare a questa nota una enfasi troppo d'antan, che la scrittura della Innocenzi ha un che di montaliano nella descrizione dei luoghi e del portato psicologico che lo spazio ha in chi non solo lo occupa, ma lo osserva.  Nella scrittura di Francesca Innocenzi la visione si fa ricordo e il ricordo sensazione attuale, anzi attualizzata.  Quindi questa scrittura ha la facoltà di dare al ricordo tutta la potenza del