Un dialogo tra opposti
La mia macchia Tardi, dicono, troppo tardi. In ritardo di decenni. Annuisco: sì, ce n’è voluto prima che trovassi parole per l’usurata parola vergogna. Accanto a tutto ciò che mi rende riconoscibile ora mi rimane appiccicata una macchia, netta quanto basta per gente che indica con dito senza macchia. Addobbo per gli anni che restano. O forse si doveva provare il travestimento, stendere il velo pietoso? D’ora in poi mi circonderebbe la quiete in mezzo a rane gracidanti. Ma già dico sì, no e nonostante. Non si può mascherare il torto sanzionato. Mai troppo tardi ciò che fu ed è viene chiamato per nome. La macchia vincola. Günter Grass (Raffaelli, 2008) _________ Fatico Fatico a dirti che l'usurata parola non è vergogna , che è corroso ciò che non nomini; che è onta per le mie palpebre il tuo mugugnare nello stomaco un io, io, io senza fine, come se ai milioni di dita amputate importasse qualcosa indicare la tua macchiolina su una camicia di lino. Ti macchia non aver dedicato, i