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Visualizzazione dei post con l'etichetta Gabriela Fantato

(Redazione) - Parola eretica - 05 - "Realismo intensivo", la poesia di Gianfranco Isetta

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  di Gabriela Fantato Ho il mento rivolto all’insù seguiranno gli occhi che si levano sempre come appigli posticci appoggiati sul viso e, per vincere il vuoto, stupiti da un barlume di luci accese, indizi per rintracciare un barco. L’arcobaleno forse La poesia nasce dall’immaginazione? Oppure dai ricordi, dalle esperienze di vita, dal contatto con la realtà? Difficile dirlo, probabilmente in ogni testo si intrecciano questi elementi, ma personalmente ritengo che dall’esperienza, quindi, dall’incontro che ha anche scontro con il mondo scaturisca la migliore poesia, nutrita da una forte capacità intuitiva e rielaborativa, come nel caso di Gianfranco Isetta, come si vede in tutto il suo lavoro poetico, ma in particolare nell’ultimo libro, L’acerbo dei ricordi (La Vita Felice, 2023) che è un’ opera che riconferma come la parola poetica di questo autore scaturisca dall’ intreccio tra i dati forniti dai sensi, l’intuizione improvvisa e il lavorìo di costruzione per dare forma alla parola.

(Redazione) - Parola Eretica - 04 - “Angelus Novus” (La violenza della Storia nella poesia di Raffaele Floris)

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  di Gabriela Fantato Walter Benjamin : un grande pensatore, il filosofo che meglio di tutti incarna la modernità, i suoi lati oscuri, le problematiche ad essa connessa e le sue tensioni. Anche la sua formazione, il suo pensiero politico sono fuori dalle mode del tempo: Benjamin era un pensatore “ eretico ”. Critico della società dei consumi, non risparmiò attacchi duri al potere sovietico, al quale non si allineò mai del tutto, seppure di scuola marxista, praticò un marxismo riletto attraverso suggestioni ebraiche. Persino il suo modo di scrivere era sui generis, di fatto i suoi saggi sono a frammenti, come intuizioni emerse dal flusso cogente del logos e, in questo, lontani da ogni tentativo sistematico di trattazione esauriente, il che lo colloca fuori da determinati ambiti del pensiero filosofico. Benjamin è vicino alla poesia in questo suo procedere per intuizioni e immagini. Per riflettere sul rapporto tra la   storia e la poesia ,   dunque, partirò da una nota intuizione del gr

(Redazione) - Echi di Fedro (dialoghi poetici) - Giusi Busceti con Gabriela Fantato

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In questo testo con Giusi Busceti ciò che mi ha colpito di più è stata la dimensione di malinconia e  nostalgia che lo attraversa, sottolineata anche dai colori (bianco, nero e grigio), tutte sfumature della malinconia . Anche la presenza dell'infanzia, con i giardini dei giochi e l’uso dei diminutivi (i sassolini , i cavallini ) evocati dal testo. Per questo, la sua poesia mi ha suscitato un testo che racconta di un sogno, dove mia madre, che non poteva di fatto accompagnarmi nei giardini a giocare (lei non poteva camminare), era invece era vicino a me. Solo nel sogno, quell’unione di me, bambina che gioco e di mia madre che mi vede correre, si era realizzata. (Gabriela Fantato) Bianco e nero Quando si insinua in inverno primavera tra i capelli tirati dal cerchietto ai giardinetti è bionda la malinconia stretta al gelato da passeggio, sguardi cerchiati dalla montatura scura l’insenatura colma della madre Mi guarda    lo stupore ha le pupille sgranate, i sassolini troppo aguzzi pre

(Redazione) - Parola Eretica - 03 - Giampiero Neri, una voce magistrale

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  di Gabriela Fantato Da quali nemici si difende la rivestita di spine? è tenace la memoria delle piante non abbassa la guardia. Se torneranno le specie allora avverse le troveranno pronte ad aspettarle. ( Armi e mestieri , Lo Specchio Mondadori, 2004) Un anno fa, nella notte del 15 Febbraio 2023, ci ha lasciato Giampiero Neri, aveva 95 anni, era nato a Erba il 7 Aprile del 1927: una figura magistrale per la poesia italiana e non solo. In un’intervista fatta dal poeta e amico Silvio Aman, ora pubblicata nella raccolta antologica di interviste La biblioteca delle voci - Interviste 25 poeti italiani , a cura di Luigi Cannillo e mia (Joker edizioni, 2006), Giampiero sottolinea il suo interesse per la Storia Naturale, anche perché da ragazzo aveva letto l’ opera omnia di Jean-Henry Fabre ed altri naturalisti del ‘700, ricavandone un grande interesse per il comportamento animale, tanto che in seguito completò il Liceo Scientifico e poi si iscrisse alla Facoltà di Scienze Naturali dell’Unive

(Redazione) - Parola Eretica - 02 - Jolanda Insana, una poetessa greca dentro al presente

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  di Gabriela Fantato Parola eretica voci di poesia che non omaggino il cinismo, lo scetticismo e l’individualismo attuali; voci fuori dal coro, lontane dal “diarietto intimo” e privato, lontane dai giochi linguistici, parodici … e fini a sé stessi; voci capaci di tentare una visione etica del mondo, e darne testimonianza. Non posso evitare il veleno amando io il pungiglione della vita e in dosi quotidiane lo prendo antidoto contro il grande veleno amaro e così pur avendo ferite aperte sulle mani, tocco le cose e punto i piedi per spostare la parete massello del falso male, traendo la vita alla sua vita nel piccolo quadrato che sta dentro il magico quadrato della forza e del suo giorno (Medicina carnale, 1994 Mondadori)                C’era e non c’è più dal 2016, aveva una voce particolare, ben riconoscibile: Jolanda Insana . Era nata a Messina nel 1937, in una terra ariosa e sopravvissuta al terremoto, in una città siciliana con una grande storia, una città anche allegra ma con un fo

(Redazione) - Parola Eretica - 01 - Patrizia Cavalli, una poesia che scortica l’Io

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di Gabriela Fantato voci di poesia che non omaggino il cinismo, lo scetticismo e l’individualismo; voci fuori dal coro, voci lontane da una poesia come “diarietto intimo” e privato, lontane anche dai giochi linguistici, parodici … e fini a sé stessi; voci capaci di tentare una visione etica e darne testimonianza. di Gabriela Fantato Un piccolo preambolo generale è necessario, vista la ricerca sui generis di Patrizia Cavalli. Tutta la tradizione della poesia italiana proviene dal modello  di Petrarca, che si è imposto nella lirica fino al 900; un modello centrato sull’Io  lirico che “confessa” in versi il proprio sentire e si interroga sui suoi stati  d’animo e sulla sua posizione nel mondo. Da Petrarca, quindi, discende la  nostra lirica e da questa tradizione scaturisce anche una lingua in poesia di  “monolinguismo”, uno stile medio e musicale che l’autore mantiene per tutte le  poesie, così come fece nel suo Canzoniere lo stesso Petrarca, creando una unità  formale e di grande pre

Due poeti allo specchio (Gabriela Fantato e Sergio Daniele Donati)

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  Battiti (inedito di Gabriela Fantato ) Il battito del corpo affogato nel bianco, sarebbe facile prendere un giornale   e cercare - là fuori ,   nei giorni di sale dentro la secca , la riduzione del movimento,  l'assenza del ritmo quotidiano, quel silenzio che dà                       la scossa, serotonina nelle vene, il punto zero. Sarebbe facile orchestrare la solitudine per le strade del cervello, nello scarto infinito del lenzuolo, sarebbe facile. Vagabondo invece tra gli oggetti mi dicono che non c'è -  nessuno là fuori.    Nessuno. Invento il passo nell'andirivieni opaco dove tutto è dato completamente - storto . Ci fosse un metodo avrei la nozione da seguire. Nessuno risponderà al segnale, nessuno sa decifrare battiti senza alfabeto. Bianco (inedito di Sergio Daniele Donati ) La tela è bianca  per l'occhio disattento     -  pulviscoli grigi dicono       di quell'assenza       l'origine magmatica. E chiamiamo interno ciò che mantiene mistero ai nostri

(Redazione) - A proposito di "Terra magra" (il Convivio ed., 2023) di Gabriela Fantato - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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È già così difficile parlare di canto nella poesia contemporanea e riuscire a percepire una della matrici più profonde di ogni poetare. È già così raro l'incontro con un voce riconoscibile e unica che dovremmo accontentarci e ringraziare quando ciò avviene.  " Terra magra " (il Convivio ed., 2023) di Gabriela Fantato è però un dono ben più grande perché la poeta in questa dà vita - anzi, vitalità - a più voci, alcune della quali si percepiscono giungere da un lungo percorso nell'interiorità dell'autrice, altre, al contrario, paiono essere dei canti di richiamo alle precedenti, un dire altro, che attraversa il campo fertile della poeta e, modificandosi arriva poi al lettore. Voglio dire che nella lettura delle singole composizioni si percepisce sempre, e almeno, un doppio passo, un poetare quasi dialogico in cui il lettore si trova immerso in atmosfere molto simili a quelle che vive chi sente l'entrata in scena del coro nella tragedia greca.  Così crea il suo c