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Due poeti allo specchio (da due raccolte edite di Gabriella Cinti e Sergio Daniele Donati)

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    SENTINELLA Per "Shomer ma mi llailah" di Francesco Guccini (tratta dalla raccolta " Madre" Moretti e Vitali ed., 2017)  Fu quella domanda-sentinella – che acqua trapelava come la vita – e il guanto dell’anima perdeva la tesa del tuo sorriso scivolato.   Dove ti prendo, se la nebbia si ammassa ai bordi del tuo sguardo? La stanchezza del salvare e cercare un antidoto di luce per infrangere i troppi arresti. Abbasso gli occhi per scorgere la stella donata, con parole da tenere nello scrigno. Mi appago dunque del gesto con cui ardo luce tra le tue dita, se ne cogli scintille –  tuo stupore di lucciole insperate. –    Sentinella guardiana del fondo, dello sciabordio del sentire, a guardia delle rotazioni della notte, prendi il buio plasmato nelle mani, fanne luce, fanne sostanza. Regala il riposo a chi se lo nega, generosa più della secca oscurità che ti tocca, guarda chi non sa guardare, presta le parole del faro, medica chi non conosce la natura de...

(Redazione) - A proposito di "Esaudimento" di Barbara Rabita e Antonio Laneve (Puntoacapo Editore 2024) - nota di lettura di Gabriella Cinti

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        La percezione forte che trapela dalla lettura di questa raccolta poetica, è che sia dominata da una giocosa quanto serissima stigmatizzazione del mondo, con una modalità ludica che rovescia i paletti della cosiddetta normalità, in un copernicanesimo poetico e speculativo di originalissimo profilo. Poesia urbana per definizione ma emblema anche della condizione umana affaticata, ferita, post crepuscolare, dove la poesia del desiderio può esprimere “ solo un rantolo ” “ nel tunnel senza uscita del tempo ”; la domotica stessa viene animizzata nel mettere a nudo senza retorica il cuore degli oggetti e la loro sottile valenza consolatoria. Cogliamo, nei due autori, una vera militanza nello smascherare la falsificazione logica e l’Ordine consueto e razionale delle cose. Il quotidiano è grimaldello per aprire inusitate dimensioni di possibile salvezza e la vis analogica, febbrile, con improvvisi scarti semantici simili a movenze di danza, si esprime in una vision...

(Redazione) - "Polifema: il mito contemporaneo di un accecamento d'amore" - nota di lettura di Francesca Innocenzi sull'ultima opera di Gabriella Cinti "Polifema" (Edizioni progetto cultura 2024)

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Francesca Innocenzi     Gabriella Cinti     Poeta, italianista e grecista di spessore, Gabriella Cinti dà prova delle sue notevoli abilità di narratrice in questo suo primo romanzo, vincitore del Premio Mangiaparole nel 2023, edito alcuni mesi fa da Edizioni Progetto Cultura (con prefazione di Dalila Curiazi). Polifema – titolo che richiama palesemente, declinandolo al femminile, il mito greco di Polifemo, il ciclope accecato da Ulisse – è il racconto di un simbolico “accecamento” amoroso. È la storia della relazione tra la protagonista, Marzia Volo, e l’uomo da lei amato, Giorgio, nella cornice della magica e suggestiva città di Lucca. I due si incontrano e si innamorano negli anni della loro giovinezza, ma a un certo punto, inaspettatamente, Marzia viene lasciata da Giorgio. Per una serie di coincidenze – o piuttosto, sincronicità – Marzia e Giorgio si ritrovano in età matura, dopo circa quarant’anni, e tra loro si rinnova la passione amorosa. Nel frattempo, pe...

Due poeti allo specchio (Gabriella Cinti e Sergio Daniele Donati)

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  LE TUE INTENZIONI DI SOLE Guardo le cose di profilo, il collo inquieto, come l’asfodelo in preghiera, poi come te. Nella piega leggera tra maggio e giugno, le tue farfalle di silenzio, le tue intenzioni di sole, invisibile, saranno le lucciole della tua estate. Gabriella Cinti - inedito 2024 MI COPRE UN VELO Mi copre sempre un velo d'ansia e porto sul naso  un neo di antica sapienza che trattiene odori di parole indicibili per un mondo assente. È questa la mia preghiera silenziosa: tacere è il mio pregare, mentre ammanto di parole rosso amaranto, l'inutilità  di ogni dire.  Sotto al velo il volto di Efesto o, ad esser clementi,  il naso di Cyrano, perchè mio non è il pennino ma l'incudine inquieta. Né m'appartengono le lettere che lancio al mondo perchè provi stupore per la bellezza che dimora lontano dalla mia tana.  Sergio Daniele Donati - inedito 2024 ____ N.d.R GABRIELLA  CINTI  è stata pubblicata più volte, e con  immenso onore, su...

Gabriella Cinti e Sergio Daniele Donati - dialogo poetico tra raccolte

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  Gabriella Cinti   ______________________ VEDERTI PER INTERO Ti guardo dentro l’occhio viola della notte, il silenzio in grappoli di quasi parole, mentre il tamburo dell’assenza, sorpassa il precipizio del limite. Senza orizzonte non tento neppure il naufragio e solo il vuoto asseconda il mio respiro. Il muro di indifferenza che mi stringe, non può sottrarmi il privilegio della fuga consapevole fuori da un senso estraniato. Solo così, connettendo le lamine di doppio che ti hanno attraversato, riuscirò a vederti per intero. (Gabriella Cinti, tratto da Euridice è Orfeo,  Achille e la Tartaruga, 2016) Sergio Daniele Donati  __________ _____________ RIDEVA FORTE. RIDEVA Rideva forte. Rideva.  Alta altalena, terra e nuvole.  Fragile osso. Guardavo la memoria  svanire. Risata di bimba.  Cristallina. (Sergio Daniele Donati, tratto da "Il canto della Moabita",  Ensemble ed., 2021) Foto di Noelle Oswald __________________ DETTAMI LA VITA Dettami il c...

Tre poesie di Gabriella Cinti, tratte dalla raccolta "Prima" (Puntacapo ed., 2024), con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Esiste un luogo, o forse dovrei dire un tempo,   in cui poesia, natura, terminologia del dominio scientifico, mito e simbolo si scambiano sguardi di seduzione reciproca. Sono territori preziosi e in gran parte inesplorati in cui chi legge è sospinto da un vento di comunione. Su quelle praterie del dire poetico i neologismi ossimoricamente richiamano all'antico, come in un gioco musicale dal netto profumo contrappuntistico. Ed è là, tra quei declivi, che l'armonia dei contrasti si manifesta con una pienezza che si avvicina alle pennellate di un maestro rinascimentale.  Il simbolo, per questo gioco sapienziale della versificazione, prende ogni sua sfumatura attorno ad un nucleo centrale di significanti, allo stesso tempo emergenti ed evanescenti. Per chi legge trovarsi in quelle lande significa vivere una profonda esperienza di trasformazione della parola in corpo e del corpo in parola e ci si ritrova a dirsi nuovi nel "déjà-vu", arricchiti da nuove striature di un s...